Quello che noi comunemente chiamiamo tendine d’Achille, è uno dei tendini più importanti per la nostra deambulazione. Ci consente infatti di muovere correttamente le gambe e mantenere una postura eretta, facendo in modo tale che il nostro peso venga scaricato in maniera adeguata. La sua infiammazione è conosciuta sotto il nome di tendinopatia. Scopriamo insieme cosa significa questo termine e come si cura.
Solitamente il dolore al tendine di Achille, a meno di una particolare predisposizione dettata da patologie o dall’assunzione di particolari farmaci, è un problema che coinvolge per la maggior parte le persone che praticano degli sport nei quali è presente la corsa. O ancora se il carico di lavoro sul tendine non è ben distribuito.
I tipi di dolore al tendine di Achille
Prima di capire come approcciare il dolore al tendine d’Achille dobbiamo suddividere tale “patologia” in tre diversi sottogruppi. Il primo è la tendinopatia, scientificamente riconosciuta come una condizione clinica di dolore a carico della parte.
Avviamo poi la tendinosi, un processo di tipo degenerativo che coinvolge il tendine, e la tendinite, ovvero l’infiammazione del peritenonio, la membrana che riveste il tendine.
Il dolore al tendine di Achille nella maggior parte dei casi è la conseguenza di piccole microlesioni che sforzi eccessivi possono causare alla parte. Il problema maggiore deriva dalla scarsa capacità di riparazione che il tendine ha come “organo”: sebbene difficile a rotture, a causa di un consumo di ossigeno molto basso possiede anche una difficile capacità di rigenerazione. Fattori di rischio possono essere riscontrati nel sovrappeso e nella sedentarietà.
Cosa fare per curare il dolore al tendine di Achille
Bisogna partire da un presupposto: più veloce è l’approccio alla cura, minore tempo sarà necessario per la guarigione. La prima cosa da fare, oltre a sfiammare la parte con del ghiaccio è l’utilizzo di antinfiammatori per almeno due-tre giorni. Se dopo una terapia di attacco di questo genere il dolore non passa, è bene rivolgersi ad uno specialista, che potrà verificare attraverso esami specifici la presenza o meno di una lesione.
Più che una cura specifica vi sono diverse tipologie di approccio da mettere in atto. Il primo è quello di tenere la gamba colpita a riposo per evitare una continua infiammazione, seguita, sotto consiglio medico, da qualche esercizio di stretching specifico per i tendini. In alcuni casi sarà necessaria l’applicazione di una fasciatura o di un tutore ortopedico.
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