Già avevamo parlato di come ascoltare la musica in cuffia espone al rischio di una progressiva perdita dell’udito, sebbene gli apparecchi in vendita limitino teoricamente il volume in virtù di una disposizione di legge: tuttavia secondo uno studio appena pubblicato dalla Commissione europea, la prospettiva di un danno permanente riguarda addirittura un utilizzatore di i-Pod o simili su dieci, ovvero tra 2,5 e 10 milioni di cittadini europei. Ha affermato presentando i dati Meglena Kuneva, Commissario Ue per i consumatori
«I risultati mostrano un evidente rischio, per cui occorre reagire rapidamente, diffondendo tra i cittadini la consapevolezza dei rischi»
Lo studio – che comprende un’ampia revisione della letteratura – è stato realizzato dallo specifico comitato consultivo della Commissione, chiamato Scemhr, dall’acronimo inglese che sta per Comitato scientifico sui rischi per la salute emergenti e appena identificati. Se in passato l’esposizione al rumore costituiva essenzialmente un rischio professionale, negli ultimi decenni le cose sono cambiate: gli ambienti di lavoro hanno progressivamente ridotto il livello di inquinamento acustico mentre sono aumentate le fonti di origine sociale.
Secondo il rapporto del Scenihr, dal 1980 a oggi è infatti triplicato il numero delle persone, e in particolare dei giovani, esposti a forti rumori in virtù delle proprie attività sociali. Solo negli ultimi quattro anni si stima che siano stati venduti in Europa tra i 184 e i 246 milioni di apparecchi audio portatili, in gran parte lettori di mp3, spesso ascoltati con auricolari che escludono il rumore esterno sigillando il canale auricolare (i livelli massimi registrati possono raggiungere i 120 dB).
Se raddoppia il livello di rumore (cosa che accade con ogni aumento di +3 dB), e si vuole restare entro i limiti innocui in termini di energia assorbita, occorre dimezzare la durata dell’esposizione, o viceversa. Si legge nel rapporto
«Ipotizzando che l’utilizzatore medio dei lettori audio portatili ascolti musica per un’ora al giorno, il limite di sicurezza verrebbe superato già a 89 decibel»
La media stimata in alcuni studi si assesta tra i 75 e gli 85 decibel, ma la variabilità individuale è notevole, scrivono gli esperti della commissione:
“Tra il 5 e il 10% circa degli utilizzatori è ad alto rischio di subire un danno uditivo permanente dopo cinque anni di esposizione. Sono gli individui che ascoltano musica ad alto volume per oltre un’ora al giorno”
In termini assoluti, sono alcuni milioni di cittadini europei, perlopiù giovani.