La nascita di un figlio è un momento grandioso nella vita di una donna. Non si può dire lo stesso per un bambino prematuro, che si trova a passare improvvisamente da un luogo caldo, protetto e più o meno “insonorizzato” al caos della “vita esterna” in un periodo molto delicato per il suo sviluppo. Un nuovo prototipo messo a punto da un team di neonatologi, ingegneri del suono ed esperti in promette di dare al neonato prematuro attraverso l’incubatrice, lo stesso ambiente “acustico” dell’utero.
Un’invenzione tutta italiana. Attraverso di essa non solo i suoni ed i rumori ma anche le voci degli stessi genitori potranno essere ascoltate dal piccolo nello stesso modo nel quale erano sentite all’interno del grembo materno. Il prototipo è stato presentato all’interno del terzo Convegno internazionale di Neonatologia Clinica in questo momento in corso a Torino.
Il macchinario messo a punto si adatta perfettamente ad una normale incubatrice e sarà presto utilizzato in una sperimentazione all’interno del reparto di Neonatologia del Sant’Anna torinese. Commenta il dott. Daniele Farina, il direttore del reparto coinvolto nello studio:
Il bambino prematuro perde bruscamente il proprio ambiente: non solo l’alimentazione e il calore, ma anche l’ambiente sonoro. Obiettivo del nostro progetto è riprodurre i suoni in incubatrice, così come il bambino nato pretermine li ha sentiti nel corso della gravidanza.
Ecco come funziona il sistema: il suono, prodotta da apposite membrane contenute nel macchinario, viene traghettato verso un tubo senza utilizzare le fonti sonore normalmente utilizzate, al fine di preservare l’ambiente dell’incubatrice. La sperimentazione nasce proprio per provare come vi siano dei benefici per il bambino prematuro derivanti dall’utilizzo di questa macchina. I fondi per il progetto sono stati raccolti dalla “Fondazione Crescere insieme” dell’ospedale piemontese.
Spiega il dirigente medico del reparto coinvolto nello studio:
Abbiamo maturato le competenze adeguate per condurre uno studio che dovrà dimostrare che l’apparecchio è sicuro, utile e porta vantaggi al bambino, misurabili secondo criteri scientifici.
E’ al vaglio, in concomitanza con la sperimentazione, la creazione di una decina di altri prototipi.
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