Un tempo, quando medicina e religione non erano nettamente separate, l’impiego dell’acqua aveva essenzialmente un significato rituale. Lavarsi non serviva solamente ad allontanare le impurità del corpo, ma anche per detergere l’anima. In molte civiltà antiche il fiume principale che attraversava il territorio era considerato sacro. Bagni, abluzioni, docce, impacchi freddi e caldi hanno, da sempre, fatto parte delle prescrizioni per riacquistare o per preservare la salute. Già Ippocrate di Kos, vissuto tra il V e il IV secolo a.C., e considerato il padre della medicina occidentale, consigliava diverse pratiche idroterapiche ai suoi pazienti.
E a partire dal XVII secolo che nell’ Europa centrale riprende vigore la cultura e la pratica dell’idroterapia. Priessnitz, Kuhne, Rickli, Just, ma soprattutto l’abate Sebastian Kneipp misero a disposizione di tutti un sistema terapeutico di pratiche semplici, ripetibili da chiunque (anche a casa propria) ed estremamente efficaci. Oggi migliaia di persone affollano le stazioni di cura che —in ambienti straordinari e spesso intatti — permettono di praticare a titolo preventivo o curativo le diverse metodiche idroterapiche.
Come è possibile che frizioni fredde, bagni totali o parziali in acqua fredda o calda, docce totali o parziali, idromassaggi, bagni di vapore, fasciature umide, compresse fredde e quant’altro l’idroterapia può offrire, riescano a risolvere o a migliorare notevolmente gambe gonfie, vene varicose, dolori articolari e muscolari, mal di testa, acne, raffreddori, stitichezza, difficoltà digestive, ma anche otiti purolente, ulcere gastroduodenali, fibronri uterini, ipertensione arteriosa, bronchiti croniche e asmatiche?
Un tentativo di spiegazione potrebbe essere il seguente: l’acqua fredda, applicata stilla parte infiammata, esercita una azione decongestionante; nel contempo, la differenza di temperatura, fra l’acqua e l’organismo (specialmente nelle applicazioni che coinvolgono tutto il corpo) determina vistosi e salutari fenomeni di vasocostrizione e di vasodilatazione, nonché un’appropriata e utile stimolazione dei terminali nervosi che, numerosissimi, sono presenti sulla pelle.
Non sono poi da trascurare tutti quegli stimoli meccanici, chimici e persino elettrici che le varie pratiche idroterapiche sono in grado di trasmettere all’organismo intero. L’insieme di questi effetti, indotti da un semplice elemento naturale utilizzato con sapienza, è probabilmente in grado di rafforzare l’equilibrio psicofisico, la forza vitale organica e di aumentare le reazioni generali di difesa.
Kneipp, il vecchio e navigato terapeuta, ammonisce:
«Ogni applicazione, sotto qualsiasi forma, deve essere usata gradatamente, cominciando da un grado leggero fino al più elevato. Si ricorre all’acqua, applicandola con la massima cautela, poiché quanto più leggera e prudente è l’applicazione, tanto più sicuro e migliore ne sarà l’effetto»