In arrivo nuovi cambiamenti nel comparto sanità: questa volta toccano il medico di famiglia. Non solo in merito alla sua reperibilità, che potrebbe arrivare a toccare le ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana, ma in merito alla sua completezza. E’ al vaglio del Ministero la creazione di uno “studio medico di fiducia” composto anche da infermieri e medici specialistici con apparecchi diagnostici di base.
Una modifica che secondo ciò che ha spiegato all’Ansa il Segretario Nazionale della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale è in attesa da parte di questi professionisti fin dal 2006. Già il prossimo 31 agosto, nel corso del Consiglio dei Ministri, Renato Balduzzi potrebbe mettere in tavola la proposta, all’interno del maxi decreto sulla salute del quale si discuterà secondo agenda. Dal rappresentante di categoria questo ipotizzato cambiamento viene considerato un “importante progresso”.
In questo modo, infatti, l’assistenza sanitaria verrebbe distribuita in modo molto più capillare e più completa, evitando ingolfamenti al pronto soccorso e la dispersione inutile di risorse che potrebbero essere impiegate più efficacemente per curare in maniera completa le persone. In questo modo si eviterebbe il naturale intasamento delle strutture ospedaliere che avviene oggi, delegando il pronto soccorso ad intervenire solo quando indispensabile. Il medico di famiglia rimarrà lo stesso, ma sarà compreso all’interno di un team al quale il paziente potrà essere affidato in caso di necessità di consulti specialistici.
In tal senso si integrerebbe il tutto con la cartella clinica elettronica attraverso la quale anche gli altri medici dello studio potrebbero immediatamente essere a conoscenza della storia clinica del malato. L’idea è quella di creare gruppi di circa 15-20 medici di cui 5 di continuità assistenziale come la guardia medica ed il resto di scelta. Ad essi verranno affidati, magari con l’ausilio di infermieri, apparecchiature diagnostiche di base. Qualche regione è già partita con una sperimentazione in tal senso su un turno di 12 ore, ma si tratta di casi isolati.
A prescindere dall’orario, l’obiettivo del ministero della Salute e di questa riforma è quello di passare da una medicina di attesa ad una di iniziativa che consenta la diagnosi precoce di malattie particolarmente dure come il cancro e non solo alla gestione di patologie croniche come il diabete.
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