Lo stalking consiste nell’instaurare o mantenere una relazione sentimentale: inviare fiori, doni o lettere che spesso è apprezzato e piacevole in quanto è segno che una persona tiene a noi,che ci ama; ma se ciò avviene in continuazione e in assenza del consenso del destinatario diventa molesto, sgradito e persecutorio, potenzialmente dannosi e destabilizzanti per chi li riceve. Questo modello comportamentale ripetitivo ed assillante è stato definito con il termine stalking, fare la posta, braccare, pedinare, perseguitare, delineando l’inquietudine che qualifica i comportamenti dello stalker e l’ansia che incutono nella vittima perché inseguita e importunata.
Questa condotta agìta intenzionalmente, in modo consapevole, deve essere reiterata nel tempo tale da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o spavento ed angoscia nella vittima. Da un punto di vista prettamente legislativo in Italia con la legge del 23 aprile 2009 è stato finalmente introdotto il reato di “atti persecutori” punibile con l’art. 612-bis del c.p. e la sanzione prevista oscilla tra 16 mesi ed i 4 anni. Molto spesso accade che la gente veda lo stalker come una persona sconosciuta, che non potrà mai avvicinarsi, quasi come l’attore o l’attrice di un film. Lo stalker invece può essere sì un estraneo, ma molto più spesso e frequentemente è un conoscente, un collega, un ex partner che agisce spinto dal desiderio di recuperare un precedente rapporto o per vendicare un torto subito.
La persecuzione e l’assillo possono manifestarsi con telefonate, con sms, e-mail, o anche con comportamenti invadenti verso terzi e quindi con familiari e amici della vittima, con l’aspettare, inseguire, raccogliere informazioni sui suoi movimenti, cioè l’aspetta sotto casa, la segue sul posto di lavoro, frequenta i posti come bar o palestra dove può incontrarla, tenta di entrare nella sua vita privata e sociale con messaggi sulla macchina, o scritte sui muri dell’abitazione. Questi comportamenti sono forme di aggressione psicologica e fisica finalizzate al controllo, attraverso la ricerca del contatto con l’altro, a sopraffarne la volontà violando la sua libertà personale.
In tal senso questa modalità di approccio sessuale non rispetta la soggettività della persona che diviene “oggetto” di desiderio e di attenzioni. La percezione dello stalking è basata su un pensiero ossessivo di essere amato e di amare ed è convinto che l’oggetto delle sue molestie sia effettivamente innamorato di lui, pertanto agisce compulsivamente ad una situazione relazionale che può essere parzialmente o totalmente immaginata. Lo stalker è molto sensibile a sentimenti di umiliazione e di vergogna contro i quali si difende con rabbia ed aggressività, svalutando l’altro con atti intimidatori e di terrore psicologico che possono sfociare in violenza vera e propria.
Un soggetto che mette in atto questo tipo di persecuzione danneggia progressivamente la propria salute mentale e la qualità della propria vita sociale che vanno deteriorandosi sempre di più, via via che la persecuzione si protrae nel tempo poiché l’oggetto della sua fissazione arriva a riempirgli gran parte del tempo della sua quotidianità non lasciando spazio per altro. La sintomatologia che può manifestarsi nella vittima è oltre ad uno stato fobico importante anche manifestazioni depressive notevoli.
Certi atteggiamenti come debbono essere affrontati dalla vittima? Una persona che subisce questo tipo di persecuzione non deve negare il problema sottovalutando l’agire dello stalking, dopo aver spiegato con chiarezza che non vuole avere nessuna relazione con lui, è importante che la vittima non deve mai rispondere alle sue chiamate, né rispedire eventuali lettere o regali ricevuti, poiché tali gesti potrebbero essere interpretati come richieste di contatto e conferme di una relazione immaginaria.
Deve quindi evitare ogni forma di contatto e relazione anche se apparentemente inesistente. Con lo stalker è necessario informare inoltre i propri familiari e amici del proprio vissuto ansiogeno e doloroso, senza aver timore o vergogna di farlo e ricorrere successivamente, ma in tempi celeri qualora le molestie proseguano, alle diverse agenzie e di aiuto, quali la polizia locale, gli avvocati e alle associazioni che forniscono opportuno supporto psicologico per riacquisíre autostima e gestire lo stress nel percorso di denuncia del fatto.