Una delle più grandi sfide della medicina attuale è quella di trovare una sostanza in grado di superare la resistenza agli antibiotici che molti batteri hanno sviluppato. Un piccolo passo per superare quest’ostacolo potrebbe essere raggiunto grazie alla scoperta, da parte dei ricercatori della McMaster University di Hamilton (Canada) e dell’Università di Akron (Usa) di batteri antibiotico-resistenti in New Mexico.
Soprannominati “batteri delle caverne”, questi agenti patogeni sono stati estratti da una delle più grandi grotte al mondo: la Lechugulla Cave, fino ad ora mai esplorata. Gli scienziati sono al lavoro per scoprire il segreto della loro resistenza a queste sostanze in modo tale da sfruttare eventuali meccanismi in ambito clinico per la risoluzione delle più importanti malattie derivanti da infezione batterica. Come spiega il dott. Gerry Wright, coordinatore della ricerca:
Il nostro studio suggerisce che in natura ci siano molti antibiotici che potrebbero essere scoperti e utilizzati per trattare infezioni attualmente incurabili.
La resistenza agli antibiotici di alcuni germi, viene spesso collegata a un uso improprio ed eccessivo i tali medicinali, ed è un problema sempre più diffuso in medicina. Al fine di capire i meccanismi che si trovano alla base di questo fenomeno, i ricercatori hanno testato la resistenza dei batteri raccolti nei luoghi più remoti della gotta, presumibilmente mai entrati a contatto con qualsiasi sostanza farmacologica. Le analisi condotte dai ricercatori hanno sottolineato come quasi tutti i microbi trovati siano risultati resistenti ad almeno un antibiotico, e in alcuni casi lo stesso batterio è risultato inattaccabile da ben 14 molecole diverse.
Conclude il dott. Wright:
Questa scoperta dimostra che la resistenza agli antibiotici è innata nei batteri, e potrebbe essere vecchia di miliardi di anni.
Gli scienziati hanno quindi messo il punto sulla necessità di sviluppare maggiori e più importanti studi esclusivamente focalizzati sulla resistenza antibiotica di questi agenti patogeni al fine di raggiungere al più presto il superamento del problema. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista di settore Plos One.
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Fonte: Plos One