In un futuro non troppo lontano la depressione potrà essere diagnosticata grazie ad un esame del sangue. Le classiche analisi sono strumenti chiave per l’individuazione di numerose malattie e per ottenere diagnosi il più possibili accurate, aiutando in tal modo i medici a somministrare la giusta terapia. Ciononostante, la psichiatria è una branca della medicina in cui sono ancora pochissimi gli esami del sangue diagnostici disponibili.
La ricerca sta cercando di ampliare l’utilizzo delle analisi del sangue in questo campo, applicandosi soprattutto nella genetica e studiando le variazioni nei geni (DNA) che possono essere estratte da cellule del sangue; nella genomica, come la proteomica, la misurazione dei livelli di specifiche proteine nel sangue; e infine nel profilo di espressione genica, che misura i livelli di RNA prodotti dal DNA come l’indicazione del livello di “attività” di geni particolari.
Usando il secondo approccio, un’équipe di ricercatori olandesi ha messo a confronto i profili di espressione genica di soggetti sani con le analisi di pazienti con diagnosi di disturbo depressivo maggiore. Gli studiosi sono riusciti così ad individuare un gruppo di sette geni che identifica i pazienti con depressione distinguendoli dai soggetti di controllo sani. La dottoressa Sabine Spijker, autrice dello studio ha spiegato che si tratta di un passo importante compiuto dalla ricerca per fornire uno strumento di diagnostica molecolare per la depressione.
Anche se la psichiatria ha già criteri specifici per la diagnosi dei disturbi mentali, questo tipo di diagnosi risulterebbe imparziale e particolarmente utile per i pazienti con i quali è più difficile avere una conversazione. Invita alla cautela John Krystal, redattore della rivista di divulgazione scientifica Biological Psychiatry:
E’ troppo presto per essere certi che i profili di espressione genica ci porteranno a test diagnostici o prognostici per la depressione. Tuttavia, l’obiettivo di questa linea di ricerca è estremamente importante. In passato, molti tipi di test sono stati analizzati come potenziali marcatori diagnostici, ma tutti non hanno avuto sufficiente sensibilità e specificità per guidare i medici a fare diagnosi psichiatriche o a scegliere tra i trattamenti più opportuni.
Gli autori sperano che questo studio sia un trampolino di lancio per la ricerca di marcatori che possano predire il risultato del trattamento e le recidive.
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[Fonte: Sciencedaily]