I sedicenni italiani sono quarti in Europa per il consumo di tranquillanti e sedativi senza la prescrizione medica. Il dato emerge tra i molti pubblicati dall’ultimo studio Espad (European school project on alchool and other drugs), un progetto che ogni quattro anni fotografa il consumo di alcol e altre droghe tra gli studenti di età compresa tra i quindici e i sedici anni di trentacinque Paesi europei. Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, responsabile di questo studio per l’Italia, ci parla dei dati riferiti al consumo di psicofarmaci tra i nostri adolescenti.
“Secondo lo studio Espad il dieci per cento degli studenti italiani (lo studio europeo considera soltanto i sedicenni, quindi ci riferiremo sempre a questa fascia d’età) fa uso di psicofarmaci senza avere una prescrizione medica per questi medicinali, e quindi al di fuori di una terapia concordata con il medico”
Sono depressi che si curano con il fai da te?
“I farmaci usati senza prescrizione non vengono usati necessariamente per le loro finalità terapeutiche. Anzi, il più delle volte sono presi per ottenere altri effetti. Vorrei sottolineare il fatto che i ragazzini riferiscono di sapere a che cosa servono le sostanze che assumono. La maggior parte, circa l’80 per cento dei farmaci ingeriti, sono conosciuti e riconosciuti come farmaci per dormire, il 60 per cento farmaci per l’umore, il 40 per cento farmaci contro l’iperattività e il 30 per cento dimagranti. Dichiarano anche di sapere che, presi al di fuori di una terapia farmacologica, possono avere effetti del tutto differenti. Quindi sembra logico pensare che li prendano a questo scopo”
Ci può fare qualche esempio?
“Il farmaco più conosciuto per l’iperattività, un anfetamine-mimetico, in assenza della patologia ha effetti eccitanti. I giovani sanno che se prendono un ipnotico o un barbiturico e lo associano all’alcol, l’effetto dell’alcol è amplificato. Per cui, al di là dei rari casi di depressione o insonnia, saremmo di fronte a sedicenni consumatori consapevoli, che trovano il modo di avere accesso a questi medicinali, magari, ma questa è soltanto un’ipotesi, dall’armadietto dei medicinali di famiglia o in casa di qualche amico”
La situazione è allarmante?
“I dati sono preoccupanti e devono farci riflettere. Ma è confortante il fatto che non ci sia un incremento: la percentuale di studenti che negli anni si approccia alle sostanze stupefacenti (il che non significa che ne facciano un uso regolare) è stabile. Non aumenta il consumo di sostanze illegali; cresce, invece, l’uso inappropriato di sostanze legali (psicofarmaci, alcol) ed è in salita, anche se di poco, l’abitudine di mescolare i farmaci con l’alcol per accentuare lo “sballo”
L’effettiva parità tra i sessi resta un problema sociale del nostro Paese, ma non sembra riguardare la capacità delle sedicenni di superare i coetanei nei consumi impropri di sostanze lecite. Spiega la dottoressa Molinaro
«Le ragazze battono i ragazzi nell’utilizzo di psicofarmaci senza ricetta medica. In Italia sono addirittura il doppio: il 13,9 per cento delle femmine contro il 7 per cento dei maschi. A differenza di tutte le altre sostanze illecite, per le quali i consumi maschili sono sempre superiori a quelli femminili, per quanto riguarda gli psicofarmaci in Italia, e anche negli altri otto Paesi in cima a questa poco onorevole classifica, sono le ragazze le consumatrici più assidue di antidepressivi, tranquillanti e dimagranti. E il passare degli anni non fa mettere giudizio: a 18-19 anni la percentuale delle studentesse italiane che dichiarano di fare uso di psicofarmaci senza prescrizione medica è del 16%»