Attualmente a causa degli incessanti ed interminabili ritmi frenetici della vita moderna che non agevolano i contatti umani sempre più persone si trovano a vivere quotidianamente uno stato di intensa solitudine. Come diceva Aristotele essendo l’uomo un “animale sociale“, quando la solitudine non è una scelta volontaria, incide molto negativamente sul nostro benessere psicologico portando ad uno stato molto spesso depressivo e nei casi più estremi addirittura al suicidio.
Tuttavia non è possibile parlare di un’unica solitudine, infatti esistono vari tipi di solitudine come c’è la solitudine del timido che non osa avvicinarsi agli altri, persone che in un modo o in un altro provano un senso di solitudine che muta con il passare degli anni, infatti con il passare del tempo molte cose cambiano e gli amici di sempre potrebbero aver preso una direzione nella vita completamente diversa dalla propria.
Come fare quindi a riallacciare e a riscoprire le relazioni interpersonali? Innanzitutto fare il primo passo, è modificare la propria ottica rispetto agli altri e alle proprie abitudini di vita. Questo logicamente se si è timidi o introversi sarà impresa assai ardua, tuttavia gradualmente ci si può riuscire. L’amicizia infatti va sviluppata e vissuta con gradualità e mettendo in gioco se stessi; alcune persone sole sono soliti rovinare una potenziale amicizia, avanzando delle premature richieste d’ intimità, confidando all’altro già a partire dal giorno dopo le proprie paure più nascoste e i loro disagi più reconditi, usano in sostanza l’altro come contenitore per le loro problematiche e non come amico.
Accanto a questi comportamenti è possibile inoltre vedere che ci sono anche alcune persone che adottando inconsapevolmente un atteggiamento troppo rigido e critico allontanano gli altri da se stessi; queste persone tendono a misurare quanto danno e quanto ricevono in cambio proprio come se adoperassero una bilancia virtuale sui cui piatti mettono il dare e l’avere, non lasciandosi mai andare. Altre persone ancora mancano di argomenti di conversazione, poiché hanno pochi interessi. Il modo più semplice è quello di tenersi informato attraverso la lettura del giornale, andare a vedere qualche film appena uscito oppure trovarsi un hobby, ampliare in sostanza la propria dimensione al fine di poterla confrontare con quella degli altri. Persino interessarsi del gossip può aiutare e facilitare lo scambio comunicativo tra individui così come è emerso d alcune ricerche psicologiche americane.
Tuttavia la solitudine non è solo ed esclusivamente una condizione di malessere; essa può essere una condizione di rigenerazione, di protezione e di rinascita. Nello stress quotidiano che porta moltissime sollecitazioni, richieste di qualunque genere e forma, la solitudine quando si torna a casa quando ci si isola serve un po’ come la pelle ossia ha funzione di protezione. Per alcune persone, la solitudine garantisce loro l’equilibrio psichico ed affettivo. Grazie ad una breve fuga dalla tensione quotidiana è possibile evitare un leggero stato di depressione e magari, perché no, investire in creatività, dedicarsi a ciò che si ama di più e che si vuole portare avanti;basti pensare che lo stesso Beethoven, ha creato la sua opera più geniale nel silenzio fisico e Dostoevskij nella solitudine ha scritto le sue più grandi e memorabili opere.
La solitudine quindi può essere anche una meravigliosa opportunità di sviluppo e di benessere interiori. Un’occasione preziosa da sfruttare. Una condizione cercata anziché subita, una condizione necessaria ed indispensabile anche per lo sviluppo della creatività dell’individuo. La capacità di starsene soli in una condizione di benessere è data dall’ acquisizione stessa della maturità psicologica, l’auto-realizzazione personale, e dall’autenticità dell’ individuo; al contrario l’incapacità di stare almeno qualche ora della giornata da soli, la dipendenza dalla presenza degli altri, può essere, quella sì, la spia di qualche malessere interiore, di qualche inadeguatezza personale. Sarebbe quindi opportuno che ogni persona trovi il giusto equilibrio sia nei rapporti con gli altri che con se stessa, attraverso la coltivazione del proprio benessere interiore che molto spesso viene sottovalutato o comunque non curato.