La depressione postparto colpisce una percentuale altissima di donne che hanno appena dato alla luce un bambino.
Un senso di vuoto e di profonda tristezza si abbatte spesso sulle neomamme nei mesi immediatamente successivi alla fine della gravidanza.
Intervenire con la giusta terapia e offrendo sostegno psicologico alle giovani madri è l’unico modo per scongiurare conseguenze peggiori di un fenomeno così diffuso.
Gli studiosi stanno da tempo cercando una spiegazione al fenomeno che spinge le donne verso stati depressivi dopo il parto. E sembra che siano sulla buona strada per individuarne le cause.
I ricercatori hanno infatti individuato un meccanismo nel cervello dei topi che potrebbe spiegare perché alcune madri diventano depresse dopo aver partorito.
La scoperta potrebbe portare a un miglioramento e ad un ulteriore potenziamento dei trattamenti per la depressione postparto.
Realizzato congiuntamente dai ricercatori del National Institute of Mental Health e del National Institutes of Health, lo studio ha utilizzato tecniche di ingegneria genetica su topi privi di una proteina critica per l’adeguamento alle fluttuazioni dell’ormone del sesso durante il periodo della gravidanza e il periodo postparto.
Come ha affermato Thomas R.Insel direttore del NiMH:
Per la prima volta, si può avere un modello utile di come funzioni la depressione postparto.
La nuova ricerca indica anche nuovi target per lo sviluppo di farmaci per il cervello che trattino quella che è ormai una vera e propria malattia, dal momento che colpisce il 15% delle donne che hanno appena dato alla luce un bambino.
L’autore dello studio, Istvan Mody della University of California, ha proseguito:
Dopo il parto, i topi privati delle proteine di adeguamento agli sbalzi ormonali hanno mostrato comportamenti depressivi e trascurato i loro cuccioli.
Somministrare un farmaco che ha ripristinato la funzione della proteina ha migliorato il comportamento materno e ridotto la mortalità della prole.
I ricercatori avevano da tempo sospetti che la depressione postparto partiva dalle fluttuazioni di estrogeno e progesterone che accompagnano la gravidanza e il parto. Eppure, la manipolazione degli ormoni attiva la depressione solo in donne che erano già sensibili agli stati depressivi. Le radici della loro vulnerabilità rimangono tuttora un mistero.
Elementi di prova suggeriscono che gli ormoni esercitano i loro effetti sull’umore attraverso il principale sistema messaggero di inibitori chimici usato dal cervello, chiamato GABA, che controlla l’attività neurale, per aiutare a regolare gli effetti quando un neurone si “accende”.
Mody e Jamie Maguire hanno scoperto che una subunità del recettore GABA oscilla notevolmente durante la gravidanza e nel postgravidanza nel cervello dei topi di sesso femminile, oscillazione che potrebbe avere effetti rilevanti sul comportamento.
Per scoprirlo, hanno usato topi in cui manca il gene per questa subunità e studiato situazioni che possono suscitare reazioni simili alla depressione e all’ansia umana.
In modo molto simile alle madri affette da depressione postparto, le madri-topo geneticamente modificate hanno sviluppato sintomi depressivi, evitando addirittura i loro cuccioli, non curando i nidi, e cadendo in stato letargico e di profonda tristezza.
Questo anormale comportamento materno è stata invertito orientandosi verso la sopravvivenza della prole dopo che i ricercatori hanno dato agli animali un farmaco chiamato THIP che agisce sul recettore in modo da ripristinare la sua funzione.