Cala l’aspettativa di vita degli italiani. Il motivo? Principalmente l’impossibilità di sottoporsi con facilità ai check up ed agli esami che consentirebbero un maggiore controllo delle proprie condizioni di salute. Un cambiamento rispetto al passato che ci pone tra i “peggiori” in Europa e nel mondo dal punto di vista assistenziale.
A rendere conosciuto lo stato di salute degli italiani ci pensa il rapporto Osservasalute 2015: l’Italia è un paese sempre più vecchio e rispetto al passato più malato e quindi caratterizzato da un’aspettativa media di vita più bassa. Un’ inversione di tendenza che non ci si aspettava e che si lega indissolubilmente alla sempre maggiore difficoltà della popolazione di sottoporsi a screening utili per la diagnosi delle patologie. I Lea, quelli che dovrebbero essere i livelli essenziali di assistenza non riescono ad essere erogati in tutte le regioni della penisola per mancanza di fondi e lo scarso impegno italiano nella prevenzione hanno portato la popolazione a cancellare in pochissimo tempo quelle che sono state le conquiste sanitarie raccolte in più di 40 anni. Come sottolinea Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute e presidente dell’Istituto superiore di Sanità:
Siamo la Cenerentola del mondo, l’ultimo paese a investire in prevenzione, a cominciare dalle vaccinazioni. E poi ci sono gli screening oncologici, mai partiti o che funzionano a macchia di leopardo, soprattutto per le donne. Ed è preoccupante che per la prima volta l’aspettativa di vita stia diminuendo Abbiamo perso in 15 anni i vantaggi acquisiti in quaranta. E se è vero che l’Italia ha uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, questo vale però solo per una minoranza di italiani.
Il calo di attenzione più preoccupante è proprio quello che riguarda i tumori, per i quali è stato registrato anche un aumento di quelli “prevenibili” come il cancro al seno, quello ai polmoni ed il tumore del colon retto.
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