La fibromialgia è una patologia che colpisce molti italiani ma che ancora non conta su un riconoscimento importante: quello di malattia cronica. Nel corso di un incontro previsto per il prossimo 12 maggio in Parlamento si proverà a cambiare questo status.
E’ importante infatti dare nuovamente dignità a coloro che soffrono di fibromialgia ed alle loro famiglie. Il riconoscimento della stessa come patologia cronica da parte del Sistema Sanitario Nazionale porterebbe ad un approccio differente allo stesso da parte degli stessi sanitari. Non di rado essa viene “dismessa” per le sue connessioni, tra l’altro, con la depressione. Questo non significa che non venga presa seriamente a livello medico, ma di certo la diagnosi non arriva tanto velocemente quanto potrebbe in molti casi.
Al momento la fibromialgia viene considerata come un dolore acuto in Italia e la sintomatologia difficilmente studiata all’interno di un quadro più ampio, anche se la sensazione dolorosa frequentemente dura mesi. Questo nonostante il riconoscimento come malattia cronica da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1992. La realtà di questa patologia insegna invece come per ottenere una diagnosi corretta di fibromialgia vi sia bisogno di un approccio multidisciplinare che coinvolga reumatologi, psicologi, neurologi e dermatologi. Qualcosa che al momento è difficile avere senza riconoscimento. Sono circa 2 milioni le persone che in Italia soffrono di tale disturbo e che al momento non possono nemmeno contare su piani terapeutici specifici.
Fibromialgia in molti casi diventa sinonimo di disabilità per i pazienti che ne sono affetti: gli stessi che in molti casi nemmeno cercano aiuto per un dolore che tentano di controllare attraverso l’uso di farmaci FANS. Alcune province, a macchia di leopardo nella penisola, riconoscono la sua esistenza aiutando il malato nella gestione delle spese sanitarie: alcuni ospedali arrivano addirittura a riconoscerla come diagnosi di dimissione pur mancando lei stessa nell’elenco delle malattie del Sistema Sanitario nazionale. Ma ciò non basta.
L’incontro che si terrà tra qualche giorno vuole spingere verso un’omogeneizzazione delle cure disponibili sul territorio, al fine di aiutare i pazienti ad ottenere diagnosi più veloci e terapie mirate.
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