La terra continua a tremare. Il terremoto ora dopo ora continua a distruggere nel centro Italia e a creare disagi. Fortunatamente non ci sono vittime. Stavolta le scosse dei giorni scorsi e la scia delle “repliche” degli eventi di Amatrice- o contagio sismico– hanno permesso di salvare la popolazione, accompagnadola preventivamente in strutture di accoglienza. Questo fatto – che nonostante tutto non si può non guardare in positivo- ha però innescato una serie di meccanismi difficili da affrontare psicologicamente ed emotivamente: la paura di una scossa più forte, l’ansia per ciò che si è perso sotto le macerie, i ricordi ed i sacrifici di una vita in una casa in cui non si potrà più entrare, la sensazione di impotenza, il non sapere quando e dove i bambini potranno tornare a scuola, quando si potrà avere di nuovo una casa, un tetto sotto cui dormire. E si stima che tale complessa situazione riguardi un numero sempre più elevato di sfollati, si parla di oltre 100.ooo persone, compresi anziani, minori e malati.
Ogni volta in queste casi la popolazione nel suo complesso trova grandi forze per reagire-insieme, con orgoglio. Ma il singolo individuo ha difficoltà a dormire, non solo perché non si trova nel proprio letto o è in un palazzetto dello sport con altre 300 persone, ma perché subentra una fisiologica ansia che può comportare anche mal di testa, stato generale di agitazione, crisi di pianto, palpitazioni ad ogni minimo rumore o tremore della terra. Sintomi comuni per chi ha subito uno stress traumatico, sintomi che peggiorano all’ennesima potenza per chi in questa situazione si trova già da molto tempo e non vede una soluzione. Pensiamo che nelle zone di Amatrice era stata avviata la ricostruzione e che l’antica porta di Norcia era stata puntellata per poi essere messa in sicurezza.
Si può vincere questa paura? Quest’ansia, come superarla? Solo la ricostruzione di queste aree con tecniche anti sismiche può offrire un po di stabilità emotiva oltre che strutturale, ma non sappiamo quanto tempo ci vorrà. Non è dato sapere, come non è possibile sapere se ci sarà una scossa più forte (gli esperti lo sottolineano). E nel frattempo l’ansia da terremoto può diventare una patologia seria, difficile da affrontare, che può cronicizzare con stati psicotici ed attacchi di panico. E’ la sindrome post traumatica da stress, e considerato che lo stress dura a lungo, può essere particolarmente difficile da gestire.
A soffrirne maggiormente quando si tratta di eventi come il terremoto che sta colpendo adesso l’Italia sono le persone anziane, i bambini e le donne tra i 30 ed i 45 anni, in genere madri. La prevenzione è fondamentale in questi casi: non si può agire sul sisma, ma su tutto il resto sì: occorre dare sostegno a queste persone, logistico e psicologico. Ci vogliono esperti psicoterapeuti che seguano le famiglie, nella lunga attesa del ritorno ad una vita normale. Non devono sentirsi sole, abbandonate. E’ bene che i mass media siano presenti costantemente sul posto, per mantenere alta l’attenzione, su tali situazioni, ma anche dopo, quando la terra smetterà di tremare con siffatta frequenza e rimarranno tendopoli e famiglie negli alberghi. Un occhio di riguardo ovviamente a bambini ed adolescenti, che quanto prima andranno seguiti e riavviati ad una vita relazionale e sociale quanto più possibile stabile: spesso riescono a tenere nascoste le loro ansie e paure e ciò diventa particolarmente pericoloso per il loro equilibrio psico emotivo futuro.
La distruzione del terremoto lascia sempre nel cuore e nella psiche delle cicatrici profonde. Occorre fare in modo che che le ferite si chiudano presto, che smettano di sanguinare.
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