Una singolare sentenza è stata presa ieri mattina dal tribunale di Vigevano (Pavia) in merito alla richiesta di una donna bulgara. La giovane, sposata con un uomo italiano di 35 anni, viste le precarie condizioni di salute del marito (è in coma a causa di un tumore al cervello, con poche possibilità di ripresa) aveva chiesto che le fosse concesso di avere un figlio tramite fecondazione assistita nonostante il coma.
Si tratta di una pratica che, per quanto singolare possa sembrare, è abbastanza diffusa, e nella maggior parte dei casi, trattandosi di persone sposate, l’autorizzazione viene concessa. Stavolta però, nonostante anche i parenti dell’uomo avessero ammesso che la sua volontà era di avere un figlio con sua moglie, il tribunale ha respinto la richiesta. Secondo i giudici non essendoci nulla di scritto e non avendo fatto dichiarazioni in merito ai medici, non si può accertare che il trentacinquenne volesse veramente un figlio da sua moglie, e per questo la domanda non può essere accolta.
Gettati ancor di più nello sconforto, già forte per le cattive condizioni di salute in cui versa il loro familiare, i parenti si sono detti indignati della sentenza e hanno dichiarato che ricorreranno in appello.