Feci contro i batteri resistenti all’antibiotico? Non è una novità che si sia esplorato questo tipo di approccio. Recentemente, però, è stato condotto un ulteriore studio davvero interessante.
Feci per combattere l’antiobiotico-resistenza
In Inghilterra è stato infatti rilevato come delle pillole, adeguatamente costituite da feci liofilizzate, possano aiutare a espellere i superbatteri dal tratto intestinale. Perché la ricerca si sta concentrando su tali sperimentazioni? La risposta è molto semplice: si cerca di debellare infezioni molto pericolose causate da batteri resistenti.
Queste “pillole di cacca“, contenenti feci provenienti da persone sane, sono costituite da batteri buoni che possono essere un ottimo mezzo per eliminare i superbatteri resistenti dall’intestino. Questo avviene grazie a una sostituzione con un gruppo eterogeneo di batteri sani.
Si tratta di una ricerca molto importante, soprattutto considerando che le infezioni resistenti agli antibiotici sono in grado di uccidere almeno un milione di persone ogni anno. L’intestino, nel corpo umano, rappresenta il più rilevante bacino di elementi resistenti agli antibiotici, come sottolineato dal dottor Blair Merrick, supervisore dello studio.
La vera criticità consiste nel fatto che i batteri resistenti agli antibiotici possano spostarsi dall’ambiente intestinale e raggiungere altre parti del corpo, come il flusso sanguigno o l’apparato urinario, causando gravi infezioni. Le pillole di feci rappresentano un’evoluzione rispetto al già noto trapianto fecale, che ha trovato approvazione per trattare la diarrea grave causata dal batterio Clostridium difficile.
Un passo in avanti nella ricerca
Nella ricerca attualmente in corso, i protagonisti sono pazienti che hanno contratto un’infezione batterica resistente ai farmaci negli ultimi sei mesi. A questi sono state somministrate pillole ricavate da feci donate da individui sani.
Ovviamente il campione è stato sempre analizzato per assicurare la sola presenza di batteri sani. E la liofilizzazione è avvenuta solo dopo l’eliminazione del cibo non digerito. I batteri buoni sono stati racchiusi in una pillola progettata per resistere fino all’intestino. All’interno del quale si dissolve rilasciando la polvere curativa.
La sperimentazione è avvenuta presso gli ospedali Guy’s e St. Thomas di Londra e rappresenterà la base di uno studio più ampio su larga scala. I batteri donati sono rimasti nell’intestino dei pazienti fino a un mese dopo l’ingestione.
Si tratta di un segnale, per i ricercatori, di quanto queste pillole di feci possano essere promettenti nell’aiutare a combattere i superbatteri resistenti agli antibiotici. Soprattutto per l’effetto che questi microrganismi buoni hanno all’interno dell’intestino, dove riescono a riportare a una maggiore varietà la flora batterica, riducendo i superbatteri a un livello non pericoloso.