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Solitudine, malattia grave e diffusa

La solitudine, ci spiega un recente rapporto stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una “malattia” grave e silenziosa che colpisce almeno una persona su sei a livello globale.

L’impatto della solitudine su corpo e mente

Questa sensazione che molte persone provano non è un semplice “sentimento” che rimane fermo senza fare danni. È stimato che almeno 100 morti ogni ora siano collegabili al fatto che le persone si sentano sole. La solitudine, soprattutto in un mondo iperconnesso come questo, può rivelarsi un nemico davvero crudele, soprattutto se si accompagna a depressione e altre problematiche di tipo psicologico.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive la solitudine come la sensazione dolorosa che si origina dalla differenza tra quelle che sono le connessioni sociali desiderate e quelle effettive. Viene definito isolamento sociale invece l’assenza oggettiva di un numero sufficiente di connessioni sociali. Le ricerche in medicina suggeriscono come forti legami sociali siano in grado di aumentare la longevità e la qualità della salute.

Per quanto possa sembrare assurdo proprio in un mondo come questo, sempre iperconnesso, le persone tendono a sentirsi più sole e isolate. E di questa condizione non bisogna tenere da conto solo il prezzo del singolo a livello emotivo e psicologico, ma anche il prezzo che viene a pagare la società per quel che concerne l’assistenza sanitaria.

Quello della solitudine quindi non è un problema da prendere sottogamba, ma da osservare e cercare di affrontare nel modo giusto, onde evitare che la gente arrivi a perdere la vita. Le statistiche spiegano come la solitudine sia un problema che colpisce qualsiasi fascia di età, sebbene sia maggiormente diffusa tra le persone e i giovani che vivono in Paesi a basso e medio reddito. Sono gli adolescenti, in particolare, quelli che sottolineano di più di sentirsi soli.

Alcune categorie sono maggiormente svantaggiate

E lo ripetiamo, questo accade anche a prescindere dall’abbattimento di molte barriere, derivante dalle connessioni digitali. Se al problema della solitudine aggiungiamo poi quello dell’isolamento sociale, i numeri sono ancora più spaventosi. Coinvolgono infatti fino a un adolescente su quattro e un anziano su tre.

La situazione si fa ancora più difficile per chi è affetto da disabilità, è straniero o fa parte della comunità LGBTQ. La solitudine può far aumentare il rischio di ictus, diabete, malattie cardiache, declino cognitivo e depressione. Per combattere questo problema bisogna sensibilizzare adeguatamente e dare vita a interventi dedicati che possano aiutare le persone che si sentono sole a migliorare le proprie relazioni sociali.

Solo in questo modo sarà possibile non solo migliorare la situazione del singolo, ma attenuare anche i costi di questa problematica a livello economico e sociale.