Se con i primi freddi il vostro problema principale sono le notti insonni passate a tossire, o a cercare di placare la tosse dei vostri bambini o, in ogni caso, a maledire quei singulti che vi tengono svegli e vi irritano la gola e l’umore, allora sarà il caso di prendere precauzioni e cercare di individuare i metodi migliori per il trattamento di questo fastidioso malanno stagionale. Innanzitutto sarà necessario stabilire il tipo di tosse a cui andate soggetti: grassa o secca? O, più propriamente, produttiva o improduttiva?
La tosse definita come “produttiva” è quella che comporta la presenza di catarro nelle mucose delle vie respiratorie, che svolge, attraverso l’espulsione di sostanze estranee, una sorta di pulizia. Infatti noterete che. una volta scomparso il catarro, anche la tosse vi abbandona. La tosse “improduttiva” è, al contrario, priva di catarro e può avere varie cause. Esaminiamone alcune. Può trattarsi del risultato di un’infiammazione della laringe (laringite), e spesso la cosa è accompagnata anche da un abbassamento della voce e, se non trattata correttamente, può sfociare in raucedine e mal di gola.
A sua volta, la laringite è causata dal freddo, dal fumo, dall’alcool o dall’uso eccessivo e/o scorretto della voce (esempio: urlare). Altre patologie associate alla tosse “secca” possono essere: bronchite, faringite e tracheite, tutte infiammazioni causate da virus o batteri che si manifestano con una tosse man mano più grassa durante il corso della giornata. Nel caso in cui sia presente anche la febbre si possono assumere farmaci antipiretici (paracetamolo), mentre gli antibiotici devono essere usati limitatamente a bronchiti, faringiti e tracheiti batteriche, sotto stretto controllo medico.
Nel caso in cui, infine, vi ritroviate a combattere con una tosse stizzosa, che toglie il fiato, l’origine potrebbe anche essere allergica. Attenzione, però, qualora si manifestasse soprattutto di notte e con attacchi spasmodici che terminano con una sorta di “apnea“, potrebbe trattarsi di pertosse, una malattia infettiva causata da un batterio (Bordetella Pertussis) spesso contratta dai bambini in età scolare. Ma come va trattata una tosse improduttiva? Come districarsi tra rimedi naturali, sciroppi e antibiotici?
La regola di base consiste nel prediligere i farmaci per la produzione di catarro (mucolitici, espettoranti, fluidificanti) ai sedativi della tosse, in quanto, come detto, tale produzione di muco favorisce la guarigione, mentre i sedativi si limitano a calmare il sintomo senza però risolvere in maniera definitiva la causa vera e propria. Perciò sarà buona norma limitare l’uso dei sedativi alle ore notturne, per un riposo adeguato, mentre al giorno saranno destinati i farmaci per lo sviluppo del muco e il conseguente “ingrassamento” della tosse. Per evitare confusioni, ecco qui di seguito una breve classificazione dei farmaci contro la tosse:
- Sedativi: divisi in centrali (es. destrometorfano, butamirato) e periferici (es. dropropizina), agiscono a livello cerebrale, bloccando l’impulso della tosse, e sono indicati per le tossi secche o stizzose, comunque “improduttive”.
- Mucolitici: agiscono spezzando le proteine del muco fluidificandolo per facilitarne poi l’espulsione dal sistema respiratorio. Alcuni esempi di principi attivi mucolitici sono: Vacetilcisteina, l’ambroxolo e la bromexina.
- Espettoranti: sono solitamente prodotti a base di estratti vegetali, il cui scopo è l’aumento della produzione di muco.
- Antibiotici: solo su consiglio del medico, per combattere infezioni a bronchi, faringe o trachea. Appartengono alla classe delle penicilline e servono a sradicare una possibile infezione batterica spesso accompagnata da stati febbrili.
- Associazioni di più principi attivi: sono solitamente sconsigliate in quanto aumentano la possibilità di effetti indesiderati, in ogni caso le associazioni più diffuse sono quelle con: simpaticomimetici che provocano la dilatazione dei bronchi per favorire la respirazione; antistaminici, somministrati in caso di allergia e associati a sciroppi con scopi sedativi; sedativi e mucolitici, associati per placare la tosse di notte e produrre catarro di giorno, con effetti spesso controproducenti a causa delle azioni opposte dei due farmaci; antifebbrili, per trattare contemporaneamente eventuali stati influenzali.
Un discorso a parte lo meritano i rimedi casalinghi o naturali, che non prevedono l’uso di medicinali. In medicina popolare per combattere le forme infettive si consigliano inalazioni o infusi di piante officinali quali eucalipto, lavanda, malaleuca, timo, olio di nigella e menta. Aggiungere miele o sostanze zuccherate alle bevande riduce il bruciore alla gola, che spesso accompagna la tosse, con una lieve azione sedativa sullo stimolo a tossire. Sono state attribuite doti fluidificanti anche alle pere, da mangiare bollite in acqua con qualche cucchiaino di miele, e alla borragine con cui fare un infuso da sorseggiare contro la tosse secca.
Tra le erbe officinali espettoranti, poi, troviamo malva, altea, verbasco e lichene islandico. Sono ritenute fluidificanti, invece, edera, anice e finocchio. Tra i vari consigli “della nonna” ricordiamo anche i cataplasmi (una sorta di impacchi caldi da applicare sul torace o sulle zone della schiena in cui è depositato il catarro) ai semi di lino e fecola di patate, con poteri apparentemente fluidificanti.
Più in generale, il consiglio fondamentale è quello di bere molta acqua (6-10 bicchieri al giorno) per favorire la produzione di catarro e l’espulsione dei batteri. Per lo stesso motivo è utile umidificare l’ambiente in cui si vive (per esempio con vaschette d’acqua sui termosifoni accesi o con apparecchi elettrici che producono vapore) e fare inalazioni di vapore (fumenti). Insomma, basta seguire alcune semplici norme dettate dal buonsenso, come anche, ad esempio, evitare ambienti fumosi, polverosi o con aria secca e inquinata.