La crisi ha tagliato i consumi di quasi tutti i generi e, almeno negli ultimi tempi, persino le spese per il cibo. C’è solo una voce che non cala mai, ma anzi continua a crescere, ed è quella sui farmaci. Magari gli italiani preferiscono scegliere quelli più economici, quelli cioè equivalenti ma di marche non conosciute che costano il 20-40% in meno, ma quando si tratta di pillole e sciroppi non c’è crisi che tenga.
A fotografare la situazione nazionale è l’OsMed (Oservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali) che ieri ha presentato il suo rapporto a Roma, il quale mostra un’Italia sempre più farmaco-dipendente. Un dato su tutti salta all’occhio: siamo stati in grado, nell’arco di 10 anni, quasi di raddoppiare il consumo dei farmaci, passando da 580 dosi giornaliere nel 2000 alle 926 dello scorso anno, con una media di una compressa a testa al giorno, o 30 scatole pro capite all’anno.
Numeri da capogiro, che subiscono un’impennata tra le donne che acquistano farmaci per il 10% in più degli uomini, e che vedono rientrare nelle categorie maggiori consumatrici anche i bambini, con l’80% di essi che riceve almeno una perscrizione medica all’anno. Roberto Raschetti, direttore dell’Osservatorio sull’impiego dei farmaci dell’Iss, intervistato da Repubblica, spiega il fenomeno:
Non stupisce che aumentino proprio i farmaci per le patologie croniche, una crescita legata all’invecchiamento della popolazione, ma anche le abitudini di tipo socio-culturali. In Italia, complice anche la crisi, peggiorano gli stili di vita e le condizioni psichiche di persone che tutti i giorni fanno i conti con lavori precari. Un dato positivo però c’è: la crescita del mercato dei farmaci generici, quelli senza griffe e di cui è scaduto il brevetto.
Infatti, andando ad analizzare la tipologia dei medicinali più acquistati, troviamo un boom degli antidepressivi, seguiti da farmaci cardiovascolari, antianemici e bifosfonati, con un +7,9% registrato nel 2009 per quanto riguarda quelli gastrointestinali, rispetto al 2008. In termini di costi, è lo Stato a rimetterci, dato che perlopiù si tratta di farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale per il 75%, il quale ha registrato costi nell’anno appena trascorso per 25 miliardi di euro, in media 420 euro per ogni italiano. Come fare per abbattere questi costi? Siccome non possiamo sperare di stare improvvisamente tutti bene, il consiglio di Raschetti è prima di tutto avere prudenza nell’uso dei farmaci, presi a volte con troppa facilità, specialmente quando si tratta di antidepressivi. Inoltre è sempre bene affidarsi al medico che assegnerà una terapia da affiancare alla prescrizione in quanto, conclude il direttore dell’Osservatorio, alcuni farmaci senza terapia sono inutili, e a volte possono risultare controproducenti.
[Fonte: Kataweb]