La neuropsichiatria infantile è una branca della medicina forse tra le più controverse della nostra medicina moderna, soprattutto se si parla di assistenza.
Non perché la conoscenza di per se stessa non sia sufficiente, tutt’altro. Negli ultimi anni per ciò che riguarda i bambini e gli adolescenti si sono fatti veramente dei passi in avanti di un certo peso per ciò che riguarda la prevenzione e diagnosi precoce. Ma come regolarsi se l’assistenza a livello regionale non è sufficiente? “Il libro bianco dei servizi” presentato al recente congresso della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia) ce lo spiega.
Lo scarso supporto in alcune zone della nostra penisola per ciò che riguarda i disturbi psichiatrici e le malattie neuropsichiatriche possono infatti contribuire in modo negativo nel recupero dei piccoli pazienti che per disturbi dell’apprendimento e neuropsicologico, ritardo mentale o schizofrenia sviluppano dei veri e propri gradi di disabilità che influiscono in maniera sentita sia sulla loro vita che su quella dei loro genitori.
Un problema con il quale molti esperti si trovano a dover combattere al pari delle patologie che affliggono i piccoli pazienti con i quali si trovano a dover lavorare. Il tutto si traduce in fasce di bambini che possono curarsi senza problemi ed altri per i quali il problema rischia solo di ingigantirsi.
Il Libro bianco dei servizi in questione è né più né meno una istantanea dei “modelli organizzativi esistenti” nel nostro Paese. Un semplice dossier che spiega come per molti versi il sistema sanitario nazionale, per via di una frammentazione regionale non eccessivamente controllata non sia in grado di offrire a tutti i suoi piccoli pazienti lo stesso grado di recupero. In alcune regioni, spiegano gli scienziati nel libro, non è stato nemmeno possibile mettere in atto l’indagine per la mancanza di servizi. Uno dei problemi più evidenti e comune a molte regioni è quello della sovrapposizione tra adulto e bambino: due modelli differenti concentrati in unica soluzione non adatta ai piccoli malati, che se curati precocemente possono usufruire di una buona qualità di vita.
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Fonte: Corriere della Sera