Il mondo virtuale per curare patologie diversissime dall’ansia al Parkinson, alla riabilitazione post ictus. Se quello tra cibernetica e medicina è un binomio di successo ormai da una decina d’anni, numerose sono le recenti applicazioni. Spiega Giuseppe Riva dell’Auxologico di Milano
“La realtà virtuale già utilizzata in ambito psicologico per la cura delle fobie, ultimamente costituisce un valido supporto per i cosiddetti disturbi da “ansia generalizzata”, il comune stress che a volte però arriva a rendere difficoltosi il controllo e la percezione de nostro corpo. Così, attraverso l‘immmersione del paziente in un ambiente virtuale, si possono adottare varie strategie per permettere una maggior coscienza di sé e delle proprie emozioni: dall’ambiente che si modifica in base alle nostre reazioni, alla rappresentazione di un luogo accogliente e rilassante, come un’isola caraibica o una baita in montagna. Insomma, le possibilità sono tante e le sperimentazioni in corso stanno dando risultati soddisfacenti”.
Anche in ambito neurologico, sono notevoli i progressi legati all’uso del virtuale. Spiega Alessandro Mauro, direttore della divisione neurologia e riabilitazione dell’Auxologico
“Per la cura di pazienti affetti da disturbi del sistema neuromotorio, da otto o nove mesi. Utilizziamo, per esempio, una terapia sperimentata dalla University of Southern California, che associa l’uso di un guanto all’utilizzo di u videogioco. Si tratta di un esercizio che consente al malato di afferrare col guanto palline virtuali”.
I vantaggi? La riabilitazione si potrà fare a casa, i miglioramenti sono facilmente quantificabili e le possibilità di
intervento sempre più mirate.