In Olanda, dopo la legalizzazione dell’eutanasia avvenuta nel 2001, arriva la morte a domicilio attraverso un team di medici e infermieri che potranno recarsi presso l’abitazione dei pazienti in fase terminale che non sono più in condizioni di essere ricoverati. La pratica, è stata “inaugurata” da una donna di 64 anni, affetta da una grave forma di demenza, che nonostante non fosse in grado di intendere e di volere, ha acconsentito.
Sembra, infatti, che la donna, quando era ancora in grado di comunicare e di esprimersi, avesse reso pubblica l’intenzione di voler essere aiutata a morire nel caso in cui le sue condizioni fossero diventate irreversibili.
Walburg De Jong, portavoce di Right To Die-NL, un’associazione che supporta le morti assistite, ha dichiarato che:
questa pratica rappresenta un passo importante a favore di tutti coloro che scelgono l’eutanasia. Prima i pazienti che sceglievano l’eutanasia morivano negli stadi iniziali della loro malattia. Ora è diverso. La donna, ha potuto farlo da casa sua, quando ormai il ricovero era inutile, nello stadio finale della sua malattia. E’ per questo motivo che l’associazione si propone di creare una clinica per pazienti idonei all’eutanasia anche se i medici che li hanno in cura si oppongono a questa pratica.
In Olanda, infatti, l’eutanasia viene praticata solo in presenza di determinate condizioni. I pazienti che la richiedono devono essere affetti da malattie che causano sintomi molto dolorosi e per i quali non esiste alcuna possibilità di guarigione. Accedere al programma dell’eutanasia non è così semplice e viene concesso solo una volta accertato, dopo un lungo percorso fatto di tentativi di cura, che per il paziente non ci sono possibilità di miglioramento.
Nel 2009 il numero di persone ricorse alla “dolce morte” è aumentato del 13% rispetto al 2008, con 2.636 casi, mentre nel 2010 la cifra è salita a 3.136 casi, facendo registrare un aumento del 19% rispetto all’anno precedente.
[Fonte: Daily Mail; Photo Credit|ThinkStock]