I giovani che hanno votato per il repubblicano John McCain o l’indipendente Robert Barr alle ultime elezioni presidenziali del 2008, hanno subito un calo immediato del testosterone quando i risultati elettorali sono stati annunciati. A spiegarlo è uno studio condotto da ricercatori della Duke University e della University of Michigan. Al contrario, gli uomini che avevano votato per il vincitore, il democratico Barack Obama, registravano stabili livelli di testosterone subito dopo l’esito.
Le partecipanti donne allo studio non hanno mostrato nessun cambiamento significativo nei loro livelli di testosterone prima e dopo la tornata elettorale. Gli uomini che hanno partecipato allo studio normalmente mostrano, di notte, un lieve calo dei livelli di testosterone in ogni caso. Ma durante questa notte, hanno mostrato una divergenza drammatica: i livelli degli elettori di Obama non diminuivano come dovevano, e gli elettori di McCain e Barr hanno perso più di quanto si sarebbe potuto aspettare.
Questo è un risultato abbastanza forte. Gli elettori sono fisiologicamente colpiti dall’avere il loro candidato vincente o perdente alle elezioni
ha spiegato il neuroscienziato Kevin LaBar.
In un questionario post-elettorale, i sostenitori di McCain e di Barr sono stati significativamente più infelici, sottomessi e di malumore rispetto agli elettori di Obama. I risultati rispecchiano ciò che altri studi hanno trovato negli uomini che partecipano direttamente in un contesto interpersonale: il vincitore ottiene un impulso di testosterone, mentre questo si riduce del perdente.
Il testosterone è un ormone steroideo prodotto dai testicoli, che è legato all’aggressione, l’assunzione di rischi e le risposte alle minacce. Le donne ne hanno in quantità molto minore, e proveniente da fonti diverse (dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali), il che le rende meno esposte a rapidi cambiamenti nel testosterone dopo la vittoria o la sconfitta.
I ricercatori hanno analizzato 183 uomini e donne che masticavano un chewing-gum, che poi sputavano in una provetta alle 8 del mattino, al momento della chiusura delle urne del 4 novembre 2008. Quando i risultati delle elezioni sono stati annunciati, circa alle 11:30, i ricercatori hanno raccolto un secondo campione, e poi altri due a intervalli di 20 minuti. I campioni sono stati poi analizzati al microscopio per le concentrazioni di testosterone e di alcuni ormoni dello stress.
Sembrerebbe che anche la partecipazione indiretta in una competizione in cui si “concorre per una posizione dominante” sia sufficiente a modificare i livelli ormonali, ha spiegato il ricercatore Steven Stanton, che è il primo autore del documento pubblicato su PLOS ONE.
Gli elettori partecipano alle elezioni sia direttamente con le schede elettorali, che indirettamente perché non vincono o perdono personalmente le elezioni. Questo rende le elezioni politiche concorsi di posizione altamente dominanti.
Stanton ha detto che il consenso scientifico suggerisce la risposta del testosterone alla lotta e alla concorrenza nei maschi, e ne influenza il loro comportamento futuro in modo positivo. I perdenti tremano un po’, e non hanno più voglia di continuare a pressare e, forse, diventano “feriti”. Al contrario, il vincitore potrebbe essere motivato a perseguire ulteriori guadagni di status sociale.
La ricerca su questo si estende oltre gli esseri umani e altri primati
ha spiegato Stanton. Le maggiori risposte nel testosterone si sono individuate più nei giovani adulti che negli anziani.
[Fonte: Sciencedaily]