L’udito umano è naturalmente “settato” per captare suoni dai 20 hz fino a 20mila Hz. Sott’acqua, la capacità uditiva aumenta, portando le capacità umane ad arrivare ad ascoltare suoni e rumori con frequenza pari a 200mila hertz. Si tratta di uno studio condotto dagli scienziati della Marina Militare statunitense.
Il più grande quesito in merito era capire come tale processo fosse possibile, visto che almeno in teoria, l’acqua e la pressione avrebbero dovuto compromettere il nostro udito. La risposta è stata più semplice di ciò che ci si aspettava: attraverso le ossa.
Potrà sembrare assurdo, ma una volta dentro l’acqua, possiamo arrivare a sentire i suoni grazie al mastoide, la sporgenza ossea che possiamo naturalmente sentire se tocchiamo con il dito dietro il nostro orecchio. Gli scienziati americani del Naval Medical Research Lab a Groton, nel Connecticut (Usa), hanno dimostrato che possiamo captare i suoni attraverso di esso. Una scoperta avvenuta attraverso una curiosa sperimentazione che ha visto un gruppo di volontari immergersi in uno stagno della base militare.
Agli stessi sono state fatti pervenire dei suoni di diversa frequenza mentre erani immersi. Come spiega il coordinatore della ricerca, il dott. Michale Qin:
Ciò che ha reso questo studio molto interessante è stato che, nel caso subacqueo, i volontari potevano sentire le frequenze oltre i 20.000 hertz e nella gamma tradizionalmente chiamata a ultrasuoni, che è fuori di ciò che è ritenuto essere il campo dell’udito umano.
Questo studio non si dimostra interessante solo a livello medico per ciò che concerne la possibilità degli uomini di spingersi oltre i propri limiti, ma potranno essere utilizzati in campo militare per capire quali potranno essere i rischi ai quali potranno essere sottoposti gli appartenenti del corpo in missione. Non solo: l’importanza di questo studio investe anche il campo civile.
I risultati ottenuti infatti aprono diverse possibilità di sperimentazione in materia di apparecchiature per risolvere i problemi di udito, senza contare le prospettive direttamente derivanti dalla scoperta per l’uomo di sonorità del tutto nuove.
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Fonte: La Stampa