Tra le svariate patologie che affliggono il genere femminile, i tumori del collo dell’utero meritano una particolare attenzione, in quanto costituiscono un importante rischio per la salute – e, talvolta, per la vita stessa – delle pazienti.
Rappresentano, infatti, il 6,5% di tutte le neoplasie diagnosticate nelle donne, tanto da posizionarsi al quarto posto per diffusione, come emerge dal rapporto “Global Cancer Statistics 2020”, frutto della collaborazione tra l’American Cancer Society (ACS) e la International Agency for Research on Cancer (IARC).
Vi è, comunque, una notizia positiva: negli anni la medicina ha fatto numerosi passi avanti e, al giorno d’oggi, dispone di validi strumenti per limitare lo sviluppo della patologia. È noto, infatti, che tra la principale causa dei tumori uterini risiede nelle infezioni da HPV (Human Papilloma Virus) e, più specificamente, nelle lesioni ed alterazioni cellulari di cui il virus è responsabile.
Va da sé, quindi, che rilevare precocemente la presenza dello HPV permette di monitorare lo stato di salute dei tessuti interni e, quindi, pianificare un eventuale intervento prima ancora che il processo degenerativo sia in corso.
Dunque, quali sono gli strumenti chiave per una corretta prevenzione?
Partiamo dal Pap test, che andrebbe effettuato a due anni circa dall’inizio dell’attività sessuale e ripetuto, in caso di esito negativo, ogni tre (fino alla soglia dei 30 anni) o cinque anni (per le donne di età compresa tra i 30 e i 65 anni). In caso di positività o altri fattori di rischio, invece, le linee guida nazionali consigliano una maggiore frequenza (almeno una volta all’anno).
Dopo un Pap test positivo, inoltre, è opportuno approfondire il quadro clinico con un esame di secondo livello, ovvero la colposcopia con biopsia mirata. La quale consiste nell’osservazione dei tessuti attraverso un dispositivo dotato di lenti di ingrandimento (detto colposcopio) e nel prelievo di un piccolo campione di cellule, che verrà inviato in laboratorio per ulteriori analisi.
Entrambi gli esami sono semplici, indolori e abbastanza rapidi (la durata si aggira intorno ai 25-30 minuti). Sia per una visita ginecologica con Pap test che per una colposcopia, a seconda della città, le tariffe oscillano tra 60 e 300-350 euro, per una media di circa 140-150 euro. Per quel che riguarda i tempi di attesa, invece, i centri privati rimangono spesso la soluzione migliore, specialmente per le pazienti che hanno bisogno di una diagnosi veloce.
Su Cupsolidale è possibile prendere appuntamento per un Pap test o una colposcopia vicino a casa, il tutto entro due-tre giorni e con una procedura facile ed intuitiva sia nella ricerca della prestazione (corredata di informazioni, prezzi, ecc.), sia sugli accorgimenti da seguire per prepararsi all’esame.
La prenotazione può avvenire anche da casa, mediante PC o smartphone, grazie alla piattaforma Cupsolidale, nata appunto per mettere in contatto domanda ed offerta. O, più precisamente, paziente e professionista (o struttura), lasciando comunque piena autonomia nella scelta del luogo, oltre che di data e ora