L’Italia rischia di perdere per quasi tutto il campionato del mondo, iniziato nemmeno una settimana fa, il suo portiere. Gigi Buffon è uscito durante l’intervallo della prima partita contro il Paraguay per un problema alla schiena che si è rivelato, nelle ore successive, sciatalgia. Ma di cosa si tratta?
La sciatalgia, conosciuta anche come sciatica, è la compressione del nervo sciatico, un nervo che si trova nella parte posteriore della gamba e che comporta debolezza e dolori in tutta l’area posteriore del corpo. Nel caso di Buffon, il problema è diffuso alla schiena per un altro guaio fisico, la protrusione discale, che lo affliggeva già da oltre due anni. Quest’altra condizione, piuttosto rara, è una sorta di ernia, ma molto più complicata da curare perché non basta l’intervento chirurgico in quanto si tratta di una consumazione di uno o più dischi della colonna vertebrale.
Questa condizione creava problemi al portiere dal 2008, ma grazie a fisioterapia e cortisone riusciva a rientrare in breve tempo. Questo problema però non si risolve con così tanta facilità, e specialmente per un atleta è un vero e proprio dramma, in quanto la zona viene sempre messa sotto stress, ed il fastidio ciclicamente ritorna. E così, sforza oggi, sforza domani, il problema è andato via via peggiorando, fino a quando non è definitivamente sfociato nella sciatica.
Questa nuova condizione è una diretta conseguenza della protrusione discale in quanto la consumazione del disco schiaccia il nervo sciatico, e questo ha letteralmente bloccato il calciatore. Alle volte il recupero è spontaneo, nel senso che basta un po’ di riposo e fisioterapia (di certo non una partita di calcio) per riprendere la piena funzionalità; altre volte bisogna ricorrere alla rimozione chirurgica della lesione o a farmaci come fenitoina e carbamazepina per ridurre il dolore.
Se si trattasse di una persona qualsiasi, un pieno recupero sarebbe possibile e non creerebbe ulteriori problemi in futuro, ma trattandosi di un atleta, nemmeno più tanto giovane (ha già 32 anni), la sua carriera potrebbe essere a rischio. Per questo il dottor Castellacci, medico della nazionale, ha precisato di non essere molto sicuro del recupero entro la fine del Mondiale. Se la fisioterapia e gli antidolorifici dovessero fare effetto, forse uno sforzo per permettergli di disputare le ultime partite del torneo potrebbe bastare, ma per quanto riguarda il ritorno in campo dalla prossima stagione calcistica, la situazione è molto più incerta.