Niente droghe, come subito in molti hanno pensato: Amy Winehouse è stata uccisa da un eccesso di alcool. La cantante, che ha avuto in passato diversi problemi con entrambe queste sostanze, aveva smesso da poco di bere. Ma l’astinenza da alcool in realtà è molto simile a quella da droga. Infatti comporta delle vere e proprie crisi che sfociano in una condizione chiamata delirium tremens.
Si tratta di uno stato in cui compaiono tremori, cambiamenti nello stato mentale, allucinazioni, irrequietezza e, nei casi gravi, anche attacchi epilettici. Ciò accade quando, dopo aver bevuto per lunghi periodi quantità di alcool molto elevate, si smette all’improvviso. Chi ha problemi con l’alcool infatti non dovrebbe smettere di colpo, ma farlo gradualmente sotto attento controllo medico.
Per la vita che faceva la donna di appena 27 anni, era difficile che un medico potesse seguirla passo per passo, o che andasse a disintossicarsi in qualche comunità, e così probabilmente si giustifica il malessere che l’ha accompagnata durante l’ultimo periodo della sua vita. Proprio come le droghe, chi si ritrova coinvolto in queste crisi corre il rischio di cadere nell’errore di bere nuovamente, e pare sia esattamente quello che è accaduto alla Winehouse. Nel suo sangue infatti sono stati trovati 416 mg di alcool, cinque volte la misura considerata legale. Già in una persona normale una quantità simile avrebbe creato problemi, ma in un fisico che stava recuperando dall’alcolismo, con tutti i problemi che ne conseguono, lo shock può risultare fatale.
Vengono così smentite le voci che parlavano di cocktail di alcool e droga o farmaci, o persino chi ha parlato di suicidio. Si è trattato semplicemente della mancanza di forza di volontà nel resistere ad una tentazione troppo forte, ed anche della scarsa attenzione intorno al suo stato di salute, che l’ha portata ad esagerare con l’alcool. Probabilmente la sua scelta di bere è stata simile a quella di tante altre volte fatte in passato, ma questa volta il corpo non era pronto per riceverne un quantitativo così elevato, e non ha retto.