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Droga, criteri più rigidi nella somministrazione di metadone

Nelle scorse settimane, il caso di un quindicenne romano morto per overdose dopo aver ingerito del metadone ricevuto da un tossicodipendente ha sollevato numerosi interrogativi relativamente alla sicurezza dell’affidamento dei farmaci sostitutivi a persone colpite da tossicodipendenza in trattamento con metadone e buprenorfina.
Anche se il Dipartimento per le politiche antidroga fa sapere che resta da accertare se le cause dell’overdose non siano dovute anche all’assunzione di altre sostanze stupefacenti, l’episodio ha portato l’attenzione sulla necessità di emanare nuove norme di sicurezza più rigide sull’uso dei farmaci sostitutivi.

In particolare il DPA ritiene indispensabile usare una maggiore cautela nella distribuzione di questi farmaci, per evitare la cessione impropria degli stessi:

E’ necessario porre molta più attenzione nell’affidamento dei farmaci sostitutivi (metadone e buprenorfina) alle persone tossicodipendenti in trattamento. Bisogna rispettare criteri più rigidi al fine di evitare la cessione impropria ad altre persone di tali farmaci.

Per evitare che si ripetano casi analoghi il DPA fa sapere in una nota che si stanno studiando, in collaborazione con il Ministero della Salute, norme che tutelino i minori che vivono a contatto con tossicodipendenti in cura e che non devono avere facile accesso a metadone e buprenorfina. Nella nota si legge infatti che

a questo proposito il DPA sta studiando, di concerto con il Ministero della Salute, soluzioni più idonee soprattutto per la tutela dei minori e dei bambini che a volte vivono con persone tossicodipendenti in trattamento farmacologico ai quali viene affidato il metadone a domicilio.

E’ necessario quindi che i servizi applichino una modalità di affidamento di queste farmaci in modo più scrupoloso ed attento tenendo conto soprattutto dei criteri che si basino su un preciso piano di reinserimento e riabilitazione del soggetto. Prevedendo quindi l’affidamento per quelle persone che svolgono un’attività lavorativa e che presentano malattie tali da non poter consentire l’accesso quotidiano ai servizi. Il metadone una volta affidato non può essere ceduto per nessun motivo.

[Fonte: Medici-oggi]