Quella del fumo è una dipendenza che tiene in scacco milioni di persone in ogni parte del mondo. Molti paesi, ma meno di ciò che possiamo pensare, tentano di arginare il dilagare di questo vizio attraverso campagne mirate e specifiche. In alcuni casi, dove i controlli sono praticamente nulli, le industrie del tabacco riescono ad attirare nuove “leve” attraverso confezioni attraenti.
Si tratta di un problema molto radicato, e che va a collegarsi al differente approccio che gli stati hanno contro questa dipendenza. E l’ultimo studio presentato dall’Organizzazione Mondiale della sanità ci racconta come su 53 stati del continente europeo, solo 13 di questi (la maggior parte facenti parte della comunità europea,n.d.r.) hanno inserito all’esterno dei pacchetti delle immagine esplicative dei danni causati dal fumo.
Dei rimanenti 40 stati, tra i quali l’Italia, 27 inseriscono nei propri pacchetti diverse tipologie di slogan antifumo, recanti i danni che il consumo di sigarette può arrecare. E non tutti reputano necessario allegare delle immagini.
Su una cosa l’Organizzazione mondiale della sanità è irremovibile. Nessuno dei paesi dell’area europea specifica in maniera adeguata la pericolosità della dipendenza. E se lo fa non è efficace, perché non affronta direttamente e esaurientemente il problema.
Non solo, in alcuni paesi l’industria del tabacco ha messo a punto dei pacchetti che mirano specificatamente ad un target femminile presentando dei pacchetti accattivanti dal punto di vista della forma e del design. Questo perché in almeno l’80% degli stati, la pubblicità inerenti la promozione dei prodotti a base di tabacco è vietata, e davanti a tale “divieto”, i soldi risparmiati in pubblicità vengono utilizzati per trasformare in spot “vivente” il pacchetto stesso.
Come spiega Zsuzsanna Jakab, direttore dell’Oms per l’Europa:
Consigli per la salute sui pacchetti di sigarette che combinano il test alle immagini sono una delle campagne meno costose e più potenti per rendere la popolazione conscia dei danni che il fumo può arrecare. Ed in Europa c’è ancora molto da fare da questo punto di vista. Ne constatiamo i risultati in alcune parti della regione, dove l’uso del tabacco nelle nuove generazioni femminili è aumentato drasticamente.
E’ provato, conclude, che nelle regioni dove le immagini sono collegate ai “consigli”, le percentuali di persone che smettono di fumare o non iniziano affatto sono molto più alte.
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