Per proteggersi dai raggi solari nocivi il tè verde e il ginseng, sia per via orale che per uso topico, sono dei validi alleati. A sostenerlo, è uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Bastyr di Kenmore e del Botanical Medicine Academy di Vashon, a Washington, pubblicato su Alternative and Complementary Therapies.
Secondo gli esperti americani queste piante sono particolarmente efficaci nel prevenire le scottature e i danni causati dai raggi UV (radiazioni ultraviolette). L’Oms, infatti, ha identificato ben 9 patologie legate all’esposizione ai raggi UV, tra cui il melanoma cutaneo, un tumore maligno delle cellule deputate alla produzione della melanina.
Oltre al ginseng e al tè verde, anche altre piante hanno dimostrato di avere proprietà foto-protettive come la felce zampa di lepre, la propoli, la vite e il pino marittimo. Il merito sarebbe di alcune sostanze contenute in esse in grado di ridurre gli effetti nocivi dell’esposizione al sole, compreso l’invecchiamento della pelle, i danni al sistema immunitario e al DNA, e il rischio di sviluppare forme tumorali correlate.
Queste piante sembra siano in grado di agire sia se assunte per via orale, che utilizzate direttamente sulla pelle. Inoltre, secondo i ricercatori, il tè verde, sotto forma di applicazione locale o assunzione orale, sarebbe in grado di offrire una buona foto-protezione.
Come sottolineano i ricercatori sono necessari ulteriori studi per approfondire gli effetti di queste piante nella protezione della pelle, e se alcuni agenti foto-protettivi possano interferire con l’attivazione della vitamina D. Nel frattempo, valgono le regole della corretta esposizione al sole: evitare le ore centrali della giornata (10-14) e usare la protezione solare in base al proprio fototipo, da riapplicare sempre dopo il bagno. Queste raccomandazioni, chiaramente, non valgono esclusivamente per chi va al mare, ma anche e soprattutto per chi va in vacanza in montagna, dove i raggi solari sono addirittura più forti. I livelli di UV, infatti, sono più alti al crescere dell’altitudine.
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