Il natale è alle porte e partendo da tre dei suoi simboli più grandi (anche se relativi più che altro all’epifania, abbiamo la possibilità di scoprire come gli stessi, portati per tradizione in dono a Gesù Cristo dai Re Magi, possano trovare applicazione anche nel mantenimento della nostra salute attraverso la fisioterapia. Oro, incenso e mirra. Un toccasana per il nostro organismo.
La leggenda vuole che questi tre Re si siano presentati al cospetto del Salvatore portando con loro i simboli della regalita, della divinità e della morte intesa come sacrificio. Se analizziamo gli stessi nello specifico, scopriremo che si tratta di tre importanti sostanze che collaborano al mantenimento della salute del nostro corpo ed alla lotta contro particolari patologie. Piccola premessa che esauriremo più in là nell’articolo. C’è chi sostiene che al posto dell’oro, il dono riguardasse una spezia dal suo stesso colore: la curcuma.
L’incenso ed i suoi benefici in fitoterapia
L’incenso è una resina estratta dalla Boswellia, una pianta molto antica utilizzata anche nella medicina ayurvedica. E’ diffusa ai nostri giorni per l’uso che solitamente se ne fa nel corso delle cerimonie religiose e funebri sia per ciò che concerne la religione cattolica che altri culti. Una ricerca molto importante, pubblicata dal British Medical Journal e coordinata dal dott. Edzard Ernst ci confermato la presenza di numerose molecole antinfiammatorie nella sua composizione. In fitoterapia la Boswellia si utilizza ormai da diversi anni e con ottimi risultati nei pazienti affetti da colite ulcerosa, morbo di Crohn o malattie di tipo cronico a carico dell’apparato respiratorio.
La mirra ed i suoi benefici in fitoterapia
Anche in questo caso parliamo di una resina, di una particolare pianta presente in Mesopotamia, India e nella penisola arabica. Veniva spesso utilizzata nell’antichità per l’aromatizzazione e la conservazione delle mummie. In Italia, quindici anni fa è stato condotto uno studio sulla sua azione medicinale poi pubblicato sulla rivista Nature. Nello stesso è stato individuato il meccanismo di azione delle sue sostanze chimiche, dando spazio alla sua azione sui recettori degli oppiodi, particolare che la rende ottima come analgesico.
Altri studi hanno dimostrato il suo potere antinfiammatorio ed antisettico, utile nella cura di ferite ed ulcerre della pelle, ed ancora delle affezioni batteriche del cavo orale.
Oro o Curcuma? I benefici in fitoterapia
Che si tratti di oro, o più semplicemente di curcuma, l’effetto di questo terzo “dono natalizio” è comprovato. Il primo è un ottima base nella lotta contro l’artrite reumatoide. La spezia, al contrario, contiene delle importanti sostanze antiossidanti che hanno ritrovato scientificamente riscontro nella cura contro le infezioni croniche e ed anche all’interno dei processi relativi al cancro. Sembra essere infatti in grado di migliorare la risposta di alcuni tumori alla chemioterapia.
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Fonte: Corriere della Sera