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Farmaci equivalenti e generici, l’efficacia

Quando si parla di farmaci equivalenti o generici, l’efficacia la prima preoccupazione dell’eventuale paziente. E’ ora di sfatare un mito: essi hanno lo stesso effetto e la stessa composizione di quelli “originali”. Vediamo insieme di capirne di più.

Efficacia dei farmaci equivalenti e generici

L’efficacia dei farmaci equivalenti o generici rispetto agli originali è la stessa. La loro particolare dicitura consente di acquistarli ad un prezzo minore rendendoli disponibili per un numero maggiore di persone. E’ solo questa la differenza rispetto a quelli dotati di un “brand” o nome specifico.

Farmaci equivalenti e generici: stessa cosa?

Il primo punto da chiarire è che dire farmaci generici o farmaci equivalenti è la stessa cosa. Indicano lo stesso tipo di medicinale. La difficoltà nella comprensione di ciò nasce dalla traduzione italiana dell’originale nome inglese. Non devono essere visti come un mero strumento “conveniente”, ma come qualcosa che consente di liberare delle risorse utili alla ricerca per investire sulla creazione di formulazioni salvavita in grado di curare malattie al momento considerate senza speranza.

Cosa è un farmaco equivalente

Un medicinale equivalente è la copia di un medicinale autorizzato del quale è finito il periodo di “data protection”, ovvero il lasso di tempo (di solito 10 anni, N.d.R.) durante il quale la casa farmaceutica che lo ha inventato può far valere la sua proprietà intellettuale per rendere “esclusiva” la sua produzione al fine di rientrare nei costi della creazione dello stesso. Una volta conclusosi questo periodo, altri interlocutori possono ricreare il farmaco nelle stesse dosi e formulazione di principi attivi rendendolo appunto disponibile sul mercato come generico.

Come deve essere un farmaco generico

In un farmaco generico non deve mancare:

  • La stessa composizione qualitativa (stesso principio attivo)
  • La la stessa quantità di sostanza attiva
  • La dicitura di medicinale equivalente sulla scatola
  • Deve esistere un medicinale originario di riferimento già approvato, sulla base di un dossier
    completo, da un’autorità regolatrice dell’UE.
  • Non devono esservi impurezze che discostino il nuovo farmaco da quello originario e dai risultati dei suoi studi di sicurezza

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