Il sofosbuvir rappresenta la terapia d’elezione per l’epatite C. E’ stato richiesto all’ufficio brevetti indiano presso il quale fu depositata la domanda relativa, se sia possibile portare allo stato di generico il farmaco al fine di curare tutti i malati che ne avrebbero bisogno.
E’ Medici senza frontiere a rendere noto l’inizio delle istruttorie in tal senso: il sofosbuvir è stato brevettato dalla multinazionale Gilead Sciences e da essa messo in commercio a prezzi astronomici. Qui in Italia solo un gruppo ristretto di malati di epatite C ha avuto e può aver accesso al farmaco con la collaborazione del Sistema Sanitario Nazionale grazie ad un accordo dell’Aifa con la casa farmaceutica in questione. Si tratta di un medicinale con il 97% circa di efficacia assicurata sul virus il quale se non curato in maniera soddisfacente può portare la persona a sviluppare sia la cirrosi epatica che il cancro al fegato.
Quello indiana sostenuto dai legali dell’Initiative for Medicines, Access & Knowledge (I-MAK) e dal Delhi Network of Positive People non è l’unico ricorso presentato nei confronti del farmaco: in diverse parti del mondo sono già state respinte diverse richieste simili mentre altre sono state depositate nella stessa unione europea. L’azione in atto in India è molto importante per una specifica motivazione: è l’unico paese dove la Gilead ha stipulato accordi di licenza con dei produttori locali che hanno sviluppato e stanno iniziando a commercializzare delle versioni generiche di Sofosbuvir. Uno sblocco della situazione in quel paese rappresenterebbe un precedente per un’eventuale apertura al farmaco generico anche negli altri paesi.
Rendere commerciabile il Sosfosbuvir come generico renderebbe possibile a migliaia di persone in ogni Stato del mondo di poter guarire da una malattia che sebbene lentamente è ancora in grado di uccidere. Statisticamente sono circa 150 milioni le persone nel mondo affette da epatite C e di loro più o meno ogni anno ne muoiono 700.000 proprio a causa della patologia.
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