La depressione può essere favorita dall’utilizzo di cannabis, specialmente in caso di predisposizione genetica da parte di chi la consuma. Si tratta del risultato di una ricerca degli scienziati dell’Istituto di Scienze del Comportamento dell’Università Radboud di Nimega, in Olanda. E se si pensa che la maggior parte dei consumatori di tale sostanza stupefacente sostengono di farlo per gli effetti euforici che la stessa apporta, la rivelazione acquista ancora più significato.
A livello prettamente scientifico, in realtà l’effetto euforizzante viene dato dalla sostanza contenuta nella cannabis, ma si tratta di una reazione sul breve termine. La genetica in questo caso acquisisce una importanza specifica: per chi è predisposto geneticamente alla depressione, la comparsa della stessa è favorita in modo diretto dall’abuso della sostanza. E questo nonostante le piacevoli sensazioni iniziali.
Soprattutto nei ragazzi poi è stato riscontrato un forte calo dei rendimenti scolastici. Per ciò che riguarda l’influenza del tetracannabinolo sul cervello finora, sebbene era stata accertata la maggiorazione del rischio di incidenza di schizofrenia e psicosi, non vi erano mai state conferme ufficiali della “colpevolezza” della cannabis come fattore di rischio per la depressione.
Spiega il dott. Roy Otten nel suo studio pubblicato presso la rivista di settore Addiction Biology:
Abbiamo seguito per 5 anni 428 famiglie con un figlio adolescente e un fratellino più piccolo. Ogni anno i ragazzi erano invitati a rispondere a un questionario, ovviamente anonimo, che indagava sul loro comportamento e sulla presenza di eventuali sintomi depressivi. Ma, oltre a questo, tutti sono stati sottoposti anche a un test genetico per verificare la presenza di una particolare variante del gene per la serotonina.
Ciò che bisogna ricordare infatti è che la serotonina è un neurotrasmettitore importantissimo per far si che il nostro cervello “medi” i messaggi del nostro organismo relativi all’umore. I ricercatori hanno notato che nelle persone che presentavano la variante genica “colpevole” di favorire già con la sua esistenza la comparsa della depressione, la cannabis aveva un effetto”devastante” aumentando di fatto la sensibilità della persona alla malattia depressiva.
Diverso il discorso se si parla della tesi opposta, ovvero che le persone depresse o di “indole malinconica” abbiano più possibilità di cadere nell’uso ed abuso di questa sostanza.
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Fonte: Addiction Biology