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Bambini: le coccole materne prevengono la tossicodipendenza da adulti

 Le coccole della propria madre potrebbero salvare un bambino da una futura tossicodipendenza.  Le attenzioni di una madre ed il suo amore, se percepiti dai neonati e dai bambini piccoli possono fare la differenza, influendo sul comportamento del proprio figlio in età adulta. E’ una tesi sostenuta, in seguito ad uno studio sul modello animale dai ricercatori dell’Università di Adelaide e della Duke University Statunitense.

Lo studio, pubblicato sulla rivista di settore The Journal of Neuroscience ha focalizzato la sua attenzione proprio sulla correlazione tra l’affettività della madre ed il comportamento della prole adulta. E afferma che il comportamento della donna nella prima infanzia del proprio figlio può essere in grado sia di modificare la risposta immunitaria nel cervello dello stesso, sia di essere in grado di “alterare” l’attività genetica.

La coordinatrice dello studio, la dott.ssa Staci Bilbo ed i suoi scienziati, hanno preso in considerazione un gruppo di topi. Nell’osservazione è stato notato come le attenzioni assidue da parte della madre favoriscano nei figli la produzione di una molecola del sistema immunitario chiamata Interluchina 10 (IL-10),  la quale sarebbe in grado, tra le altre cose, di favorire la resistenza all’utilizzo di droghe. Nell’esperimento è stata utilizzata la morfina.

Gli scienziati, per capire come funzionasse il tutto, hanno programmato i neonati topolini con una tecnica chiamata “paradigma di manipolazione”. Ovvero fatto  stare insieme mamma e cuccioli a tempi alterni: per quasi tutto il tempo, i cuccioli sono rimasti in compagnia della madre nella gabbia, salvo alcune pause di 15 minuti, mentre un altro gruppo di neonati è stato tenuto continuamente nella gabbia senza prelievi.  Nel momento nel quale i topolini “sottratti” venivano reimmessi nella gabbia, la madre li controllava, li avvicinava con forza a sé e li puliva, variando l’attenzione da soggetto a soggetto: gli scienziati ritengono che questo particolare sia relativo ad una normale variazione naturale.

Una volta passata questa prima fase i  topi sono stati poi sottoposti a un test  nel quale erano chiamati a scegliere dove stare: se nella metà della gabbia nella quale sarebbe stata sottoposta loro della morfina o nell’altra, dove avrebbero dato loro una semplice soluzione salina. Le analisi in tal senso, durate quattro settimane, hanno mostrato che i topi sottoposti al “paradigma di manipolazione” e quindi sottoposti a maggiori cure e “coccole” da parte delle madri, hanno subito un sensibile calo del desiderio di morfina rispetto agli esemplari del gruppo di controllo.

 Maggiori attenzioni = più interluchina= più resistenza rispetto l’assunzione di droghe.

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Fonte: TJN