Un altro spiacevole incontro nelle campagne d’estate è rappresentato dal tafano. Si tratta di una grossa mosca, di colore grigio-brunastro, molto attiva nelle giornate calde, soleggiate e non ventose, la cui puntura provoca un vistoso gonfiore ed arrossamento della parte, accompagnati da intenso dolore e prurito. Il tafano è noto per tormentare pressoché continuamente gli equini e i bovini: vivendo a diretto contatto con gli escrementi di questi ultimi, il rischio che corriamo con la sua puntura è la trasmissione di malattie infettive.
Il tafano punge quasi sempre sulle parti scoperte: collo, avambracci, gambe. La lesione cutanea si infetta facilmente, formando una grossa pustola. È quindi importante lavare accuratamente la parte colpita con acqua e sapone, disinfettandola con un comune antisettico. Per alleviare la sintomatologia, è in genere sufficiente applicare del ghiaccio. Come per le punture di vespa e calabrone, si impone una profilassi antitetanica. Meglio, in ogni caso, consultare un medico, che prescriverà una crema antibiotica o un’associazione antibiotico-cortisonica.
Gli acari sono artropodi come gli insetti, ma si differenziano da questi ultimi poiché sono dotati di un paio di zampe in più (quattro anziché tre). Tra gli acari che frequentemente possono attaccare d’estate l’uomo, l’acaro dei tarli è il più fastidioso. Quest’ultimo deve il suo nome al fatto che è sempre associato alla presenza dei tarli del legno. Le punture dell’acaro dei tarli provocano pomfi pruriginosissimi e generalmente molto numerosi (anche svariate decine).
Per risolvere le frequenti, piccole “epidemie” familiari, è necessario provvedere tempestivamente a bonificare i mobili o il legname da ardere: l’eliminazione dei tarli coincide immancabilmente con la progressiva scomparsa dall’ambiente di questi sgradevoli parassiti. Solo in casi d’infestazione massiccia, è necessario ricorrere ad imprese specializzate. Le pulci che pungono l’uomo d’estate, sono in genere quelle degli animali domestici: la pulce del gatto (Ctenocephalides felis) e la pulce del cane (Ctenocephalides canis).
Meno frequenti la pulce dell’uomo (Pulex irritans) e la pulce dei polli (Echidenofaga gallinacei). Il loro morso produce macule e papule eritematose e pruriginose, spesso caratteristicamente disposte in linea, a tre a tre: questo perché la pulce quasi sempre effettua in rapida sequenza tre diverse punture prima di sentirsi “sazia”. Di qui, con il proverbiale humour anglosassone, la definizione: “Breakfast, lunch and dinner” (colazione, pranzo e cena). Individuato con certezza il parassita (un piccolo insetto marrone scuro, che compie rapidi movimenti e prodigiosi salti tra i peli dell’animale), è necessario combatterlo “alla fonte”, applicando sul dorso del cane o gatto gli appositi preparati venduti in Farmacia.