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Buone abitudini per non perdere lo smalto dei denti

Anche i denti invecchiano con noi, perdendo inevitabilmente l’originaria luminosità, a causa del naturale scorrere del tempo, ma anche a causa di cattive abitudini o di problemi di salute. L’usura progressiva dello smalto (ovvero il rivestimento più esterno del dente) favorisce la nascita delle patologie nemiche della salute orale. Perdere lo smalto dei denti, infatti, significa distruggerne lo scudo protettivo indispensabile per impedire l’infiltrazione di batteri responsabili di placca, tartaro e carie.

I nostri denti sono soggetti a continui stress chimico-fisici che possono provocare antiestetici e indesiderati effetti tra cui opacità e macchie scure fino ad un vero e proprio ingiallimento della dentatura. Se avere denti bianchi è di certo un desiderio molto comune, riuscire in quest’impresa non è così facile, in parte perchè il colore dei denti è dovuto alla tinta dello smalto, determinata da una componente genetica e in parte dalla presenza di eventuali macchie cromogene, derivate da abitudini alimentari o stili di vita che causano la pigmentazione della superficie dei denti (fumo, eccessiva assunzione di caffé, the, vino…).


Non bisogna pensare però che basti asportare le macchie per rendere più luminoso il colore naturale. Infatti, se l’igiene orale professionale rimuove la patina che causa il grigiore, l’usura e l’erosione degli elementi dentari possono essere causate dall’azione continuativa di cibo troppo duro, spazzolini con setole rigide, fumo, dentifrici eccessivamente abrasivi, ma anche abitudini viziate e malposizioni dentarie, possono mettere a dura prova la luminosità e la trasparenza del sorriso. Traumi minimi ma ripetuti nel tempo possono determinare un’usura circoscritta con perdita di smalto dentale su un numero limitato di denti o diffusa su tutta l’arcata.

Diverse professioni e alcuni hobby, per la particolarità del loro svolgimento, possono associarsi ad un’usura caratteristica in alcuni elementi dentari, tipica ad esempio nei fumatori di pipa l’usura dei laterali e dei canini, mentre tra le sarte si evidenzia negli incisivi, dovuta all’atto di spezzare il filo con i denti. Calzolai e tappezzieri hanno l’abitudine di trattenere i chiodi tra i denti, provocando una microabrasione localizzata sugli elementi dentari frontali, cosa che accomuna anche i soffiatori di vetro e i musicisti che suonano strumenti a fiato. Usura iniziale delle cuspidi, che si potrebbe protrarre all’intera corona, può essere causata anche da parafunzioni quali il bruxismo.

L’acidità di cibi e bevande produce delle aree di demineralizzazione sulla superficie dello smalto che insieme alle microscalfitture dovute all’uso quotidiano, rappresentano un vero pericolo per la salute dentale. Infatti, la placca batterica, ricoprendo queste aree di demineralizzazione può innescare processi patologici degenerativi dello smalto e in generale del dente, come la carie. Purtroppo questa è una condizione non modificabile dal sistema biologico, quindi irreversibile.

Lo smalto danneggiato non può essere riparato biologicamente in quanto non contiene cellule e quindi non può essere ricostruito in vivo. La ricerca in ambito chimico e bio-tecnologico si sta muovendo proprio in questo senso: esistono infatti sul mercato dei dentifrici che utilizzano tra i loro componenti particelle di Idrossiapatite biologicamente attive, la cui composizione è analoga a quella dello smalto e della dentina. Tra i componenti di questi dentifrici inoltre, si annoverano elementi come lo Zinco, le cui spiccate attività antisettiche sono in grado di combattere efficacemente la formazione della placca batterica.