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Cataratta, curarla con i videogames?

 I videogames vengono spesso demonizzati per l’effetto deleterio, sia dal punto di vista fisico che psicologico, che hanno sui più giovani in seguito ad un loro abuso. Ora, grazie ad uno studio canadese della McMaster University scopriamo che possono fare del bene.  Ed in particolare che possono essere in grado di curare la cataratta.

Quest’ultima è una patologia dell’occhio dalla forte incidenza negli anziani, il cui cristallino con il passare degli anni tende a perdere progressivamente trasparenza. Diventando l’occhio opaco in questa sua componente, la vista della persona viene sensibilmente ridotta a causa di un minore passaggio di luce. Va sottolineato però che la stessa può anche essere congenita, e  quindi interessare il paziente fin dalla nascita ed in entrambi gli occhi.

Secondo la coordinatrice della ricerca, la psicologa e dott.ssa Daphne Maurer, giocare per un totale di 40 ore mensili in un games d’azione potrebbe portare un miglioramento della vista nei pazienti affetti da questo disturbo. Per combattere la cataratta si può intervenire chirurgicamente: non sempre però l’operazione è in grado di mostrarsi risolutiva, così come l’utilizzo di lenti a contatto.

Motivazioni per le quali si è cercato di intervenire in modo non invasivo. Spiega la ricercatrice:

Dopo aver partecipato a un videogioco d’azione per sole 40 ore nel corso di quattro settimane, i pazienti riuscivano a vedere meglio i caratteri in piccola stampa, la direzione di puntini in movimento, e l’identità di volti.

Nel corso della sperimentazione, gli scienziati hanno posto sotto analisi la visione ed il suo sviluppo nelle persone affette da cataratta congenita in entrambi li occhi. Ed hanno comparato la loro scoperta con i risultati ottenuti da un precedente studio che indicava come i videogiochi potessero aiutare nell’approccio all’occhio pigro  (ambliopia), decidendo di verificare se tale metodologia potesse essere applicata anche in caso di cataratta.

I risultati ottenuti verranno presentati presso il prossimo incontro dell’ American Association for the Advancement of Science a Vancouver.

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