Traffico, smog, sigarette, i nostri polmoni sono sottoposti continuamente a sollecitazioni di ogni sorta. In alcuni casi avviene lo sviluppo dell’enfisema, ovvero una “iperdistensione” di alcune parti dei polmoni che non consentono una respirazione adeguata. E’ al momento in via sperimentale l’utilizzo di “valvole” in grado di liberare i bronchi e far condurre una vita adeguata ai pazienti afflitti da questa malattia.
Queste piccole valvole sono chiamate a deviare il percorso dell’aria verso quelle parti di organo ancora funzionanti, rendendo possibile una respirazione pressoché normale. Una sperimentazione in tal senso è attiva da tempo a livello internazionale ed i riusltati sono stati presentati proprio qualche giorno fa presso l’ultimo congresso dell’American Thoracic Society.
Nello specifico lo studio ha coinvolto sei centri ospedalieri europeo posti in Germania, Svezia, Olanda dove tra il maggio 2010 ed il marzo 2011 97 pazienti affetti da enfisema sono stati sottoposti ad una endoscopia bronchiale per apporre e valvole nei bronchi interessati. La parte più “difficile” dell’intera procedura è stato capire dove inserire le valvole affinchè funzionassero nel modo migliore. Le sacche d’aria dell’enfisema, dove l’ossigeno non veniva più estrapolato in maniera adeguata, andavano infatti a comprimere le parti di polmone sane che non riuscivano a fare il proprio dovere con la respirazione. Un passaggio molto importante anche per via della “ventilazione collaterale” che solitamente viene a crearsi e che quini rende necessaria un’attenta analisi preliminare per l’impianto.
I risultati ad ogni modo sono stati soddisfacenti: è stato infatti possibile prevedere una buona risposta alla terapia da parte di circa l’80% dei pazienti. Nello specifico,, il volume medio delle aree enfisematose è diminuito del 62% e la qualità della vita dei pazienti è migliorata.
Commenta Michela Bezzi, pneumologa degli Spedali Civili di Brescia dove dal 2008 sono in uso le valvole:
Finora abbiamo trattato oltre 40 pazienti: in casi selezionati i risultati che si possono ottenere con le valvole endobronchiali sono sovrapponibili a quelli possibili con la chirurgia, con il vantaggio che la procedura in questo caso è mininvasiva ed espone il paziente a rischi operatori minori.
In alcuni casi, chi era costretto ad utilizzare l’ossigeno per sopravvivere ha potuto ricominciare a respirare in autonomia, e chi era costretto a letto ha potuto rialzarsi. Alcuni pazienti sono riusciti a tornare al lavoro.
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Fonte: Corriere della Sera