La ritenzione idrica è un problema che, sul lungo termine, potrebbe non solo causare un fastidio generalizzato ma anche portare a problemi di salute più seri. Vediamo quindi cosa mangiare per combatterla alla radice.
Cosa fare contro la ritenzione idrica
Quando parliamo di ritenzione idrica, ci riferiamo all’eccessivo accumulo di liquidi negli spazi intercellulari. Questa condizione si manifesta spesso con gonfiore a caviglie e piedi, facendoci percepire le gambe pesanti e gonfie. Come spiegano gli esperti, si tratta di una situazione causata da diversi fattori: squilibri ormonali, uno stile di vita sedentario e specifiche condizioni mediche.
Seguire una alimentazione sana, privilegiando alcuni alimenti e rinunciando ad altri, aiuta a prevenire la comparsa di questo disturbo. In particolare, è importante consumare cibi che non favoriscano la ritenzione idrica e adottare uno stile di vita corretto. Una delle prime azioni da intraprendere? Quella di mantenere una buona idratazione.
Bere acqua in quantità sufficiente è fondamentale, poiché il nostro organismo tende a trattenere i liquidi quando percepisce uno stato di disidratazione, attivando un vero e proprio meccanismo di difesa. Per questo motivo, è consigliabile bere circa 1,5-2 litri di acqua al giorno, ovviamente adattando la quantità alle proprie caratteristiche personali. Bisogna tener conto della stagione, dell’attività fisica svolta, dell’età e della corporatura.
Attenzione a sale e zucchero
Passando all’aspetto alimentare, la prima cosa da fare è ridurre il consumo di sale nella dieta, il che significa anche limitare gli alimenti che ne contengono in quantità elevate. La dose giornaliera raccomandata è di circa 5 grammi, equivalenti a un cucchiaino da tè. Spesso arriviamo a consumarne anche fino a 10 grammi al giorno. Un eccesso che spinge i reni a trattenere i liquidi, aumentando la presenza di acqua nei tessuti. Dobbiamo fare attenzione a un eventuale sovraccarico dei reni e al possibile aumento della pressione arteriosa.
Per sapere quali cibi privilegiare, bisogna imparare a riconoscere quello che viene definito “sale nascosto”. Ci riferiamo al sale contenuto nei cibi ultra-processati o industriali. Per fare un esempio, a causa della loro composizione, sarebbe bene limitare il più possibile il consumo di insaccati, salse pronte, grissini, salatini, zuppe pronte, dadi da brodo, dolci confezionati, alimenti in scatola e cereali industriali.
Dobbiamo leggere attentamente le etichette ed evitare i prodotti che riportano il sale o i suoi derivati tra i primi ingredienti. Bisogna fare attenzione a termini come cloruro di sodio, fosfato monosodico, glutammato monosodico, citrato di sodio, ecc.
Un discorso simile vale anche per i cibi ricchi di zucchero. Dobbiamo evitare succhi di frutta confezionati, energy drink e dolci industriali, prediligendo invece frutta e verdura fresche e alimenti poco processati.