Il mio primo incontro con Zhai risale a più di sei anni fa. Quando Michael Dooley – allora ginecologo e consulente di fertilità al Lister Hospital di Londra – mi raccontò dei suoi successi. Tra il 1995 e il 2000 Zhai aveva applicato i principi della medicina tradizionale cinese a 224 pazienti (età media. 37 anni). Di queste il 76% era rimasta incinta portando a termine la gravidanza nel 77% dei casi. Le pazienti che invece avevano abortito spontaneamente ritentarono la cura ed ebbero un bambino nel 69% dei casi. Tanto per fare un confronto nel 2000 il centro per la cura della fertilità che vantava la più alta percentuale di successi raggiungeva punte massime dei 38,8% (dato della Human Fertilization and Embryology Authority League).
Zhai otteneva il risultato desiderato in più dei 70% dei casi. Le percentuali di successo di Zhai sono fenomenali. Solo nel 2005 ha aiutato 61 donne a concepire, ovvero l’80,3 per cento delle pazienti che si erano rivolte a lei quell’anno. E 45 di loro hanno avuto un figlio. La fama del suo straordinario talento si è diffusa tanto che il London Fertility Center permette alla dottoressa di avvalersi delle strutture del centro per praticare l’inseminazione intrauterina (iui) a ciclo naturale e seguire personalmente le sue pazienti.
La iui a ciclo naturale non prevede medicinali o procedure invasive – si tratta di iniettare il seme maschile all’altezza delle tube di Falloppio, in coincidenza con l’ovulazione. È un metodo che Zhai dice di adottare solo per i casi che richiedono l’intervento della fecondazione assistita, e in cui non c’è molto tempo a disposizione.
«Il problema della medicina cinese è che richiede tempi lunghi. Io aiuto il corpo delle mie pazienti a prepararsi alla gravidanza, e poi aspettiamo»
La prima – e a oggi, unica – donna che Zhai abbia fatto venire al London Fertility Centre ha concepito al secondo tentativo, a 43 anni. Sposata a 40 anni. Amanda (nome fittizia) aveva subito cercato di rimanere incinta, invano. Poi l’anno scorso ha avuto un figlio, e adesso è fuori di sé dalla gioia.
«Prima di rivolgermi alla dottoressa Zhai mi ero sottoposta tre volte alla iui e alla ivf. Il mio medico mi aveva consigliato di arrendermi perché ero troppo vecchia e i miei ovociti troppo deboli. Mi sono curata da Zhai per tutto il 2008, e mi sono sottoposta alla iui al London Fertility Centre. Il primo tentativo è finito cori un aborto spontaneo, ma il secondo ha funzionato. Ancora non riesco a crederci. Può essere stato solo merito suo: ha migliorato la qualità degli ovociti. E fare la iui sotto il suo controllo è stato molto diverso. Negli altri centri sai che la gente pensa che sia troppo tardi e che dovresti rivolgerti a una donatrice».
«Quando dico a una coppia di non perdere tempo e denaro con la ivf so di cosa parlo»,
spiega Zhai.
«Spesso per rendere possibile una gravidanza basta depurare il sistema, incrementare il flusso di sangue alle ovaie e ripristinare un livello generale di salute. Curare gli uomini è molto facile: la ridotta concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale infatti può essere migliorata molto rapidamente. Per essere sicura di lavorare in condizioni di salute ottimali, tratto sia l’uomo che la donna. Quando una donna si affida a me, io la tratto nella sua totalità. Non è una questione di analisi dei sangue o di ecografie – a cui io stessa, a volte, ricorro. Le ecografie non ti aiutano a capire come funziona un corpo. Io studio i grafici della temperatura basale delle pazienti, e spesso mi accorgo che alcune donne che credevano di avere un ciclo normale in realtà sono soggette a grandi sbalzi ormonali. Dopo aver normalizzato i loro valori, anche i grafici cambiano. I fatti parlano chiaro. Sono dati tangibili».
I centri per la fertilità, fa notare, non considerano la salute generale di una donna. Eppure nessuno si sognerebbe di correre con una gamba rotta. In alcuni casi Zhai prova a dissuadere le sue pazienti dal sottoporsi alla ivf, o quanto meno di rimandarla. Alcune seguono il suo consiglio, altre no. La cura di Zhai non è a buon mercato ma è un’alternativa interessante rispetto alla ivf: 215 euro per la visita iniziale, due appuntamenti al mese e sedute di agopuntura (97 euro) e erbe (230 euro) al mese. Durante le consultazioni, Zhai controlla la lingua e il polso delle sue pazienti e domanda se hanno disturbi dei sonno, troppa sete e se vanno in bagno con regolarità.
Spesso prescrive diete – via lo zucchero, il caffé, gli alcolici, i latticini, il frumento e i cibi piccanti – e chiede alle pazienti di annotare la propria temperatura basale. Un po’ alla volta, grazie alle erbe e all’agopuntura, Zhai dice di regolare l’energia vitale che fluisce nel corpo rilasciando calore e ridistribuendo i fluidi corporei. Secondo la medicina tradizionale cinese, è da questo che dipendono una buona salute e un sano metabolismo. Il disturbo di un organo si ripercuote sul resto del corpo. Le diagnosi più comuni comprendono un eccesso di calore nel fegato, la stasi del sangue, l’ostruzione di calore e umidità nell’addome, un flusso rallentato di sangue nelle ovaie, e via dicendo.
Le erbe provengono dalla Cina e comprendono fiori di cartamo(huarìg hua), il frutto del ligustro lucido (nu zhen zi), la parte interna del seme della pesca e le radici di angelica e codonopsis. Ma spesso Zhai integra la cura con la medicina occidentale. Zhai dice di avvertire i primi cambiamenti nel giro di tre mesi ma di non poter poter prevedere quanto durerà la cura.