Il 6 febbraio si celebra la Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili. Si tratta di una realtà questa , a causa dell’immigrazione, non lontana dalla nostra quotidianità. Ed in ogni caso rimane una barbarie sulla quale è necessario focalizzare l’attenzione.
Le mutilazioni genitali femminili consistono nell’asportazione o alterazione di una parte dell’apparato genitale esterno delle donne. Parliamo di mutilazioni, di costrizioni nei confronti di ragazze e donne, quasi sempre bambine al momento delle “operazioni”. Rituali religiosi e sociali che modificano il corpo di questi angeli per scopi che con medicina e benessere non hanno nulla a che fare. Senza contare che poi sempre questi interventi, spesso condotti in condizioni igieniche estreme sono caratterizzati, oltre che da dolore e vergogna per le donne, anche da conseguenze fisiche e psicologiche gravi. Tra di esse? Anche l’impossibilità di provare piacere sessuale. Oltre alla “beffa” della infibulazione infatti le infezioni batteriche sono all’ordine del giorno.
Le mutilazioni genitali femminili sono tipiche di gruppi ed etnie dell’Africa Subsahariana e idi alcuni paesi della penisola arabica. Nel nostro paese, come vi abbiamo indicato, sono presenti a causa dell’immigrazione, motivazione per la quale nel 2006 è stata sancita per legge in Italia l’illegalità di questa pratica. Statisticamente sono 35mila le donne in Italia afflitte da questa sciagura. Purtroppo non è facile fermare questo triste rituale, ma possiamo darci da fare affinché le donne che necessitino di aiuto possano in qualche modo trovarlo. Ed essere informati è il primo obiettivo da raggiungere. Soprattutto per tutelare quelle mille ragazze ancora a rischio, nel nostro paese.
In tal senso è bene ricordare che il Ministero della Salute ha attivato da tempo un numero verde specifico, l’ 800 300 558, proprio contro le mutilazioni genitali femminili, al fine di denunciare chi continui a praticare questa tecnica brutale e contemporaneamente ricevere assistenza per evitare di rimanerne vittime.
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