Le ricerche sui pericoli della gravidanza fino a questo momento si erano incentrati sullo stato di salute della madre. Mai fino ad oggi qualcuno aveva pensato a controllare l’aspetto paterno, immaginando che esso non incideva sullo sviluppo del feto. Ma non è così.
Secondo una ricerca australiana effettuata dall’urologo Hassan Bakos, del Centro di salute riproduttiva dell’Università di Adelaide, man mano che il peso del padre aumenta, aumentano le possibilità per cui lo sviluppo fetale venga danneggiato. Ha spiegato alla conferenza della società australiana di fertilità che:
E’ ben noto che un peso sano per le donne che si sottopongono a concezione assistita migliora i tassi di gravidanza clinica, ma gli effetti dell’obesità maschile sui risultati di una gravidanza finora non erano così chiari. Dopo quattro o cinque giorni dalla divisione delle cellule embrionali, quando entra in gioco l’influenza genetica del padre, vi è evidenza di sviluppo danneggiato.
I pericoli dunque non si notano subito, durante una fecondazione in vitro, ma dopo le prime fasi, il feto potrebbe risentirne.
[Fonte: Ansa]