Il prossimo 24 marzo 2013 verrà celebrata in ogni parte del globo la Giornata Mondiale della lotta alla Tubercolosi: un’occasione perfetta per fare il punto sulla malattia e riconoscere l’impegno degli operatori sanitari nel debellarla.
Non bisogna infatti dimenticare che se vi sono stati dei miglioramenti nella cura delle malattia e nell’approccio con i pazienti, tutto è dovuto al lavoro dei ricercatori e di tutti quei professionisti di categoria come infermieri e operatori socio-sanitari che si sono battuti in prima linea per assistere i pazienti affetti da tubercolosi, chi mettendo a punto in laboratorio possibili terapie, chi fornendo assistenza diretta.
Essi vengono riconosciti come veri “eroi” della malattia. Le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità purtroppo ci confermano ancora una volta che la strada da compiere è ancora lunga. In tutto il mondo, ogni anno, almeno nove milioni di persone contraggono la tubercolosi e circa due milioni muoiono a causa della patologia e delle sue complicanze, tra cui moltissimi bambini.
La celebrazione della Giornata Mondiale della lotta alla Tubercolosi rappresenta un’ottima occasione non solo per promuovere degli screening e dei consulti gratuiti, ma anche un momento per fermarsi a pensare a come fornire alla popolazione la giusta conoscenza della malattia al fine di stabilire dei protocolli di prevenzione. Quest’anno il tema è “Stop Tb in my lifetime”, ovvero “Fermiamo la tubercolosi durante la mia vita”. Il raggiungimento di tale obbiettivo renderebbe possibile salvare milioni di persone, sia attraverso protocolli mirati di cura, sia attraverso la messa a punto di un vaccino permanente che porterebbe all’immunizzazione di tutte le persone a rischio. Si tratta di qualcosa che si può fare e che ognuno di noi può fare.
Se vi state chiedendo in che modo si possa contribuire, ora ve lo spieghiamo: potete segnalare alla stampa locale di dove abitate eventi già organizzati per la celebrazione della giornata o organizzarne uno in collaborazione con le autorità mediche di zona. O ancora organizzare un incontro tra gli abitanti del vostro quartiere e degli specialisti o infermieri che ogni giorno si trovano a contatto con la malattia.
Combattere la tubercolosi, spesso, passa proprio attraverso l’informazione.
Photo Credit | Thinkstock