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Infezioni ospedaliere, in arrivo sistema di disinfezione efficace

Le infezioni ospedaliere sono un problema piuttosto rilevante della Sanità pubblica. Come rivela un sondaggio condotto recentemente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ogni giorno, almeno 1 su 18 pazienti negli ospedali europei contrae un’infezione. È vero che alcune di queste possono essere trattate facilmente, ma altre rischiano di compromettere seriamente la salute di chi in ospedale va per essere curato e stare meglio.

Molte delle infezioni nosocomiali, infatti, potrebbero essere evitate con dei programmi sistematici di controllo e prevenzione all’interno degli ospedali stessi. Il nuovo sistema di disinfezione, sperimentato con successo nelle strutture ospedaliere di Lodi, in cui l’incidenza media delle infezioni da “Clostridium difficile” è passata dal 4,61% allo 0,2%, conferma quanto suggerito dall’Ecdc. La nuova tecnologia sfrutta un’avanzata metodica di micro-nebulizzazione e dispersione di soluzione disinfettante nell’ambiente, generando una nebbia iper-secca formata da gocce di ridottissime dimensioni in grado di potenziare le proprietà biocide del perossido di idrogeno e dell’argento.

Il sistema all’avanguardia è stata messo a punto da 99 Technologies, una start up tecnologica italo-svizzera la cui mission è quella di combattere il fenomeno delle infezioni nosocomiali attraverso una pervasiva ed efficace azione di disinfezione ambientale preventiva.

Il problema delle infezioni ospedaliere non è assolutamente da sottovalutare, anzi, secondo lo studio dell’Ecdc, che ha visto il coinvolgimento di 1000 ospedali in 30 paesi europei, gli indici più alti di infezioni si registrano tra i pazienti in terapia intensiva. Al dramma umano subito dai pazienti, poi, si aggiungono i costi sociali altissimi, che contribuiscono a disperdere risorse finanziarie indispensabili per i sistemi sanitari nazionali.

Il nuovo sistema permetterebbe di superare le limitazioni nelle modalità di disinfezione manuale correntemente in uso in ambiente sanitario e garantirebbe al paziente una degenza senza (o quasi) il rischio di contrarre infezioni. Per il momento la sperimentazione dell’innovativa tecnologia proseguirà in altre strutture ospedaliere italiane ed estere.

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