E’ stato trovato morto ieri mattina nella sua casa a Tiburon, in California. Il decesso è stato accertato dal personale di emergenza del 911 intorno alle ore 12,02. Aveva 63 anni, una carriera infinita alle spalle, un cuore ed un talento che pochi attori, a mio modestissimo modo di vedere, può dimostrare di avere. E forse per questo la depressione lo ha profondamente segnato nell’ultimo periodo. Da qui il sospetto che la morte avvenuta per asfissia sia stata dovuta a suicidio.
Il mondo del cinema è sotto shock. Comprensibilmente. E lo sono anch’io, perché era di gran lunga il mio attere preferito. Pensate che ricordo ancora la puntata di Happy Days in cui comparve per la prima volta nei panni di Mork l’alieno, spedito sulla terra ad osservare il genere umano. Era una puntata estemporanea, ma il suo personaggio travolse il pubblico a tal punto da dare vita alla serie cult di Mork e Mindy.
E di certo Robin Williams, la natura umana l’ha esplorata profondamente, con tutta la sua cinematografia che ha spaziato da personaggi estremamente esilaranti ad altri decisamente profondi e con il suo vissuto personale.
Williams aveva apertamente parlato delle sue battaglie con l’alcol e la cocaina nei primi anni 1980, dei suoi anni di sobrietà, e la ricaduta nel 2006. Alcuni vociferavano che fosse stata la morte dell’amico Christopher Reeve a portarlo di nuovo a bere.
“No,”-aveva risposto con calma in un’intervista tempo dopo al The Guardian- “è stato un fattore più egoista di quello. Solo letteralmente paura. E pensi, oh, questo faciliterà la paura. E non lo fa. Di cosa avevo paura? Di Tutto. E ‘solo una Arggghhh generale a tutto tondo. E’ timore e ansia…….Oh, Dio, ti ritrovi sempre emotivo. Si incrina l’armatura e si rompe, si apre la barriera, letteralmente. E ti senti veramente mortale “.
Poi era stato bene. L’intervista in questione era del 2010: aveva sorpreso la giornalista, in occasione della presentazione del suo film World’s Greatest Dad, raccontando spontaneamente ciò che stava vivendo: una ricaduta nell’alcolismo, la sua riabilitazione e il suo recente intervento a cuore aperto.
Era più felice ora che si stava riprendendo? Che tutto sembrava essere nuovamente archiviato?
“Credo di sì. E non ho paura di essere infelice. Va bene, è ok. E poi si può essere così, tutto è buono….è un dono”.
Sembrava stare bene, ma il mese scorso era tornato in riabilitazione presso il Hazelden Addiction Treatment Center vicino a Lindstrom, Minnesota. La sua portavoce aveva parlato di un recupero delle energie per affrontare al meglio i tanti impegni futuri.
Ed invece non ce l’ha fatta, la depressione purtroppo sembra aver vinto, rendendogli insostenibile continuare a vivere. Non ci sono certezze riguardo al suicidio. Oggi l’autopsia chiarificatrice, ma questa è la propensione degli inquirenti.
In una nota la famiglia ha chiesto il rispetto della privacy, attraverso le parole della moglie moglie Susan Schneider :
“Ho perso mio marito e il mio miglior amico. Il mondo ha perso uno degli artisti e delle persone più amate. Ho il cuore spezzato e speriamo che Robin venga ricordato non per la sua morte ma per gli innumerevoli momenti di gioia e riso che ha dato a milioni di persone”.
Robin Williams ha vinto un Oscar nel 1997 come miglior attore non protagonista per “Good Will Hunting” ed è stato protagonista di tanti film come “Good Morning Vietnam”, “L’attimo fuggente”, “Hook – Capitan Uncino”, “Mrs. Doubtfire”, “Patch Adams”, “l’Uomo Bicentenario” e tanti, tantissimi altri, ognuno dei quali ci ha lasciato un segno profondo. Un’emozione unica.
Ciao Mork.