Stop alla sperimentazione del metodo Stamina. Stavolta il no arriva con un decreto del Ministero della salute che mette di fatto una barriera definitiva alla questione. Il tutto nasce, dai risultati del lavoro effettuato dagli esperti del Comitato ministeriale creato ad hoc e presieduto dal professor Michele Baccarani, per il quale non esisterebbero i presupposti per proseguire (o meglio iniziare) una sperimentazione scientifica del protocollo Stamina.
Il decreto è stato ufficialmente trasmesso anche alla Stamina Foundation e a Davide Vannoni, nel frattempo impegnato con l’inizio del processo a suo carico per truffa.
In particolare, in “no” del comitato scientifico dipenderebbe dalla mancata sussistenza di condizioni atte alla sicurezza del paziente.
Ma Vannoni non ci sta ed annuncia un altro ricorso al Tar con nuovi dati alla mano. Ha dichiarato allagenzia Ansa:
“non sono state rispettate le indicazioni date dal Tar stesso. Il ricorso, è già aperto; a questo punto aggiungeremo nuove motivazioni, adducendo il dato che nessuno dei requisiti richiesti dal Tribunale amministrativo è stato eseguito, a partire dal doveroso confronto con i biologi di Stamina in merito alla valutazione scientifica del metodo e alle caratteristiche del prodotto cellulare. Il Tar, aveva infatti lasciato in sospeso il giudizio di merito, attendendo l’attività del secondo comitato, il cui scopo doveva essere il disegno della sperimentazione e non una valutazione nel merito. Inoltre le conclusioni del comitato sono ridicole, in quanto non contengono una valutazione scientifica dei dati. Tutti i dati relativi al prodotto cellulare sono reperibili agli Spedali civili di Brescia; se il ministero non riesce ad ottenerli, bastava interpellarci e li avremmo consegnati”.
Insomma ancora un capitolo duro nella lunga storia di Stamina, di un pasticciaccio tutto italiano che ha come vittime, a mio modesto modo di vedere, più che i “truffati”, tutti coloro che ancora non hanno una risposta alle loro speranze. Uno su tutti, il caso della piccola Noemi, affetta da Sma1: i genitori continueranno a battersi per le cure compassionevoli (perché in tal senso erano somministrate queste terapie). A lei i giudici hanno detto ben 4 volte sì per le infusioni, che però non gli sono state somministrate a causa dei vari blocchi alla sperimentazione. Un’incongruenza assurda.
Qui, tutti i vari passaggi e la storia legata al metodo stamina.