Ci sono alcune sostanze chimiche presenti nei cosmetici, ma anche in alcuni contenitori per alimenti, e più in generale nelle materie plastiche, che aumentano il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. A sostenerlo, è uno studio condotto recentemente dai ricercatori svedesi dell’Università di Uppsala, pubblicato su Diabetes Care.
Le sostanze incriminate sono gli ftalati, che, come si legge sul sito del Centro Italiano d’Informazione sugli Ftalati, vengono ricavati dal petrolio. Non hanno alcun odore e sono impiegati da oltre cinquanta anni, soprattutto per rendere flessibile il cloruro di polivinile (PVC).
Alcuni ftalati sono impiegati anche nel settore cosmetico, ad esempio nei profumi per renderli più persistenti e più forti, o nello smalto per impedire che le unghie si sfaldino. Ma in loro utilizzo è piuttosto variegato, dalle impugnature degli attrezzi agli adesivi, sino ai pigmenti della vernice.
Venire a contatto con queste sostanze chimiche ed assorbirle, essendo utilizzate nella produzione di molti oggetti di uso comune, compresi i cosmetici, è piuttosto facile, tanto più che sono state rinvenute nel sangue delle persone coinvolte nello studio svedese.
I ricercatori, infatti, hanno condotto un’analisi revisionale, che ha visto la partecipazione di oltre mille persone, sia uomini che donne, con un’età compresa tra i 70 e oltre. I volontari facevano parte di un più ampio studio detto PIVUS (Prospective Investigation of the Vasculature in Uppsala Seniors).
Sono stati condotti diversi test, che prevedevano l’analisi della glicemia a digiuno e i livelli di insulina. I campioni di sangue, poi, sono stati esaminati per rintracciare le varie tossine ambientali. Dai risultati ottenuti, è emerso come, sebbene il diabete fosse più comune tra i partecipanti in sovrappeso e con alti livelli di lipidi nel sangue, ci fosse una relazione tra i livelli ematici di alcuni ftalati e una maggiore incidenza del diabete di tipo 2.
Come ha spiegato la dottoressa Lind, coordinatrice della ricerca:
Nonostante i nostri risultati devono essere confermati da altri studi, supportano l’ipotesi che alcune sostanze chimiche ambientali possono contribuire allo sviluppo del diabete. Tuttavia, per scoprire se gli ftalati sono veramente fattori di rischio per il diabete, sono necessari ulteriori studi che mostrano associazioni analoghe. Oggi, oltre il presente studio, c’è solo un piccolo studio su donne messicane. Ma studi sperimentali su animali e cellule sono anche necessari per osservare quali meccanismi biologici sono alla base di queste connessioni.
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