La salute comincia dall’intestino e non è solo un modo di dire. L’equilibrio della flora batterica intestinale, gioca un ruolo di primo piano nella prevenzione di svariate patologie, tra cui, pare, anche il diabete, una delle malattie metaboliche più diffuse a livello mondiale. A rivelarlo, un nuovo studio condotto da un team di ricercatori canadesi e svizzeri, pubblicato su Science Express.
Sapevate che nel nostro organismo sono presenti più batteri che cellule (10 volte di più)? È decisamente sorprendente, senza contare che la stragrande maggioranza di questi microorganismi alberghi proprio nell’intestino. Chiaramente, come per ogni sistema, grande o piccolo che sia, l’equilibrio è fondamentale. Come certamente saprete, infatti, non tutti i batteri sono “buoni”. Quando quest’equilibrio si spezza e il numero e la quantità dei batteri si modifica in favore di quelli “cattivi” (Es. Pneumococco è causa di polmonite, meningite, endocardite, l’Helicobacter pylori è causa di gastrite e ulcere gastriche, ecc.).
Secondo i ricercatori canadesi e svizzeri, che hanno condotto lo studio su modello animale, i batteri intestinali buoni sarebbero in grado di produrre ormoni e sostanze biochimiche che fermano lo sviluppo del diabete. Questa malattia riguarda milioni di persone in tutto il mondo, tanto che gli esperti parlano di epidemia. L’incidenza, infatti, è in allarmante aumento, soprattutto tra i più giovani e non a caso è tra le principali cause di morte prematura. Le motivazioni sono da attribuire in buona parta allo stile di vita non corretto, ma anche ad una sovraesposizione allo stress. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi il diabete può essere prevenuto correggendo le abitudini alimentari e modificando lo stile di vita.
Come ha concluso il dottor Andrew Macpherson della Clinic for Visceral Surgery and Medicine Inselspital di Berna:
Ci auguriamo che la nostra nuova comprensione di come i batteri intestinali possono proteggere le persone suscettibili allo sviluppo del diabete, ci permetta di iniziare a sviluppare nuovi trattamenti per bloccare l’insorgere della malattia.
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