Sembra fatto apposta, ma proprio nella giornata mondiale del diabete arriva una notizia che può far ben sperare milioni di diabetici in tutto il mondo. Il modo in cui un gene specifico all’interno del pancreas colpisce la secrezione di insulina è stato recentemente scoperto dai ricercatori della Hebrew University di Gerusalemme, in collaborazione con alcune Università giapponesi e americane.
Il loro lavoro apre la strada ad una nuova comprensione del percorso possibile per combattere il diabete ed i problemi di salute ad esso connessi, che sono in aumento in tutto il mondo. I livelli di glucosio nel sangue sono strettamente regolati dalla secrezione di insulina dalle cellule beta nel pancreas. Le secrezioni cosiddette “difettose” di insulina sballano i livelli di glucosio nel sangue, che diventa scarsamente regolamentato e porta al diabete. La risposta potrebbe essere nel gene LKB1.
Il lavoro del team multi-nazionale di ricerca analizza il ruolo del LKB1, un gene coinvolto in molte funzioni cellulari, il cui ruolo nel pancreas non è mai stato esaminato prima. In particolare, hanno studiato le implicazioni delle cellule beta nella perdita specifica del gene LKB1, utilizzando un sistema di modello murino. Essi sono stati in grado di dimostrare che l’eliminazione di questo gene dalle cellule beta provoca la produzione e la secrezione di insulina maggiore del normale delle cellule beta, con una conseguente risposta maggiore agli aumenti dei livelli di glucosio nel sangue.
I risultati hanno implicazioni potenzialmente importanti per chi soffre di diabete (eccesso di zucchero nel sangue) a causa di insufficiente produzione di insulina nel pancreas. Poiché è stato dimostrato che l’LKB1 regola negativamente sia il contenuto che la secrezione di insulina, la strada è ormai aperta al possibile sviluppo di una nuova terapia che limiti la presenza di questo gene nelle cellule beta del pancreas, migliorando così la secrezione di insulina.
I ricercatori coinvolti nel progetto hanno pubblicato recentemente i propri risultati sulla rivista Cell Metabolism.
[Fonte: Sciencedaily]